L'arte di Serghej Serghejevic Prokofiev (1891-1953) irruppe come un fulmine a ciel sereno nel panorama musicale russo del primo Novecento. L'esito fu piuttosto sconvolgente, in quanto la cultura coeva nazionale esaltava i contenuti stilistici del romanticismo italiano o mitteleuropeo. Prokofiev, invece, plasmò le arditezze misticheggianti di Skrjabin realizzando un linguaggio sonoro innovativo, ricco di frenesia ritmica, di plasticità, di toni grotteschi, che tuttavia in molti casi propone momenti di intenso lirismo. Cercò per tutta la vita di infondere nuova vitalità alla musica e difficilmente si lasciò condizionare dai dettami o dalle minacce del regime capital statale sovietico. Osannato e disprezzato, l'artista morì a causa di una massiccia emorragia cerebrale all'età di 62 anni, lo stesso giorno della dipartita di Stalin. Il presente volume comprende particolari autobiografici riguardanti gli anni di formazione al Conservatorio di San Pietroburgo, tratti dai diari che Prokofiev scrisse fra il 1907 e il 1914.)
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