L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
“I miei piedi. Li ho imparati a memoria. In questi ultimi tre anni li avrò guardati migliaia di volte. I miei amici. La prima cosa che vedo quando apro gli occhi.” Ed anche l’ultima immagine che il libro ci consegna, prima di concludere con una risata il cerchio della vita di Bobby, sciagurato protagonista di eventi che lo incastrano e poi, quando prova a reagire, lo sconfiggono ancora beffandosi di lui. Mostrandogli quanto la reazione fosse inutile, appunto. Il ritmo con cui scrive Serpieri è incalzante, un continuo alternarsi fra presente, passato e i diversi punti di vista dei personaggi che ruotano attorno a Bobby: l’amata Johanna, il fratello Jack, il carcerato John. Non confonde però, piuttosto riesce a trascinare il lettore dentro la storia e a spingerlo rapido verso la fine del racconto. La storia si svolge in luoghi non meglio identificati, ma che richiamano un’America tetra e inospitale, o forse sembra tale perché riguarda individui non esattamente in cima alla piramide sociale. Proprio per questo però il romanzo ha una funzione sociale, quella di stimolare il pensiero su due temi in particolare: il ruolo incattivente del carcere e l’indisponibilità del mondo fuori a concedere una seconda possibilità. “Cosa può mai dare a un uomo un’esperienza così buia? Solo peggiorarlo. Abbrutirlo. Incattivirlo.” […] “Aveva riflettuto ore, giorni, settimane intere, rinchiuso in quei pochi metri, steso sulla branda a fissare i suoi piedi. Che cosa lo aspetta, una volta fuori? Purtroppo non il perdono. Men che meno la riconoscenza di aver pagato il debito. Nessuna riabilitazione.” Inutile ci dice che è inutile reagire al sistema, per quanto ingiusto, perché estremamente più forte. Ci dice anche, però, che questa forza è un prodotto preciso delle strutture attuali: di un carcere abbruttente e di un mondo fuori poco compassionevole, nel caso specifico. E le strutture possono essere cambiate se cambia il sentimento comune verso di esse.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore