In 8 (cm 13,5 x 21), pp. 191 + (1 bianca) con foglietto di errata applicato. Bruniture al frontespizio, piccolo forellino al margine superiore. Brossura muta coeva. Edizione originale, rara, di quest'opera in cui de Cesare indaga, attraverso un esame economico e statistico, quella realta' periferica pugliese il cui sviluppo era considerato come alternativa all'indirizzo accentratore napoletano. La tematica e' legata alla decisa valorizzazione delle forze periferiche dell'Italia meridionale. "L'analisi delle risorse locali diventa lo strumento di individuazione di quei soggetti le cui iniziative produttive potevano contrapporsi a quei teorici che 'han dato nelle chimere e creato le utopie civili' e costruire di fatto quell'alternativa che si era dissolta dopo le vicende del biennio rivoluzionario. Si delinea un modello proprietario che, nel quadro di un mercato aperto, era destinato a diventare il motore dello sviluppo; e un'azienda agraria, differenziata per tipologie produttive, come centro dell'organizzazione delle gerarchie economiche territoriali. L'economia diveniva percio' la scienza che faceva del processo di privatizzazione e commercializzazione della terra un elemento di crescita armonica del paese e di relazioni sociali non distruttive. Per questo doveva restare centrale l'agricoltura, 'sorgente d'ogni Ricchezza'... Nel de Cesare si aggiungeva un'impronta di segno morale come in gran parte delle versioni italiane che, sulla scorta di Say e soprattutto di Dunoyer, lo abbinavano a modelli comportamentali. Per questo l'accento era posto dall'autore sull'espansione della produzione e sulla liberta' dei produttori , i quali diventano protagonisti dello sviluppo e potenziali fattori d'incivilimento". De Cesare, antiborbonico e moderato, costituzionale e rivoluzionario, nacque a Spinazzola (Bari) nel 1824. Fu perseguitato dopo il '48 ma divenne Ministro nel breve governo costituzionale di Francesco II. Tento' anche di costruire un'azienda modello dove mettere in pratica i principi elaborati. Tra il il 1850 e il 1854, nell'agro di Santa Lucia, fece piantare ulivi, viti, gelsi, pioppi, nocciuoli e alberi da frutta. (E. Corvaglia, "Prima del meridionalismo tra cultura napoletana e istituzioni unitarie: Carlo de Cesare, 2001, p. 132 e ss.).
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