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Una storia di famiglia che diventa il racconto della vita di un genio indiscusso del cinema.
«Un libro meraviglioso, da cui è impossibile staccarsi. Da molto, molto tempo non leggevo qualcosa di così bello» - Ali Smith
«Una riflessione profonda su tempo, mortalità e i limiti della memoria. Bellissimo e commovente» - Kirkus Reviews
«Linn Ullmann ha un un tocco straordinario» - The Observer
«Semplice, limpido, con un'intensità che scorre sotto l'apparente calma della superficie» - The New York Times Book Review
Lui è un famoso regista svedese e un uomo che non lascia niente al caso. Lei è sua figlia, la più giovane di nove. Ogni estate, fin da bambina, è andata a trovarlo nella sua amata casa di pietra in mezzo ai boschi su un'isola del mar Baltico. Ora che la figlia è cresciuta ed è diventata una scrittrice, il famoso regista, sulla soglia degli ottant'anni, vuole scrivere un libro a quattro mani sulla vecchiaia. Ha paura di perdere la parola, la memoria. Invecchiare è un lavoro duro, dice. Seguono telefonate, lettere, incontri per raccogliere il materiale. Ma quando finalmente la figlia lo raggiunge sull'isola, per iniziare la stesura vera e propria, il tempo ha ghermito per sempre il regista, e alla fragilità fisica si è aggiunto il declino mentale. Alla donna non resta che immergersi nei ricordi e reinventare la storia di un padre, una madre e una figlia. Di una bambina che non vede l'ora di crescere e di due genitori che preferirebbero essere bambini. Questo libro nasce da qui, da una miscela di ricordi e finzioni, per restituirci una rappresentazione di quanto complessa può essere la famiglia; una riflessione profonda e poetica sulla memoria e sulla perdita, sull'arte, su cosa significhi crescere e invecchiare in una famiglia molto particolare e sulle numerose narrazioni che compongono una vita.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lettura fluida e coinvolgente, 400 pagine che volano in un soffio grazie al modo ipnotico che ha l'autrice di descrivere cose, persone e situazioni a cenni essenziali, scarni, quasi per sottrazione. Con piccoli aneddoti, riflessioni e ricordi sparsi, delinea il suo rapporto sfuggente e complicato con i famosissimi genitori, la meravigliosa Liv Ullmann e il mito Ingmar Bergman. È un libro sulla fame d'amore e su una grande assenza; non si parla mai di cinema, attori, palcoscenici e, se ci si aspetta questo, si rimarrà delusi. Ma certe suggestioni, la leggendaria Fårö e le trascrizioni delle ultime parole di Bergman, creano un'atmosfera molto affascinante.
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