Edizione in doppio CD
Sedici tracce inedite incise da Luca Flores tra il 1994 e il 1995 vengono finalmente alla luce grazie a un fortunato ritrovamento avvenuto nel 2016 e alla collaborazione di familiari, collaboratori stretti e appassionati della musica dello straordinario musicista e pianista scomparso nel 1995. La pubblicazione di “Innocence” (Auand Records), il doppio album che racchiude incisioni di brani originali e standard mai pubblicate prima, è un evento che racchiude al suo interno numerose microstorie: la storia di un grandioso musicista, della sua musica e di una grande band rimasta un sogno, ma è anche la storia della immensa passione di chi ha ritrovato gli inediti e di chi si è impegnato perché potessero diventare un vero e proprio album. Ed è soprattutto l’occasione, per chiunque abbia amato la musica di Luca Flores, di ascoltare ancora una volta il suo pianoforte (e persino la sua voce). Come racconta il fratello di Luca, Paolo Flores, nel booklet che accompagna l’album e in cui si ripercorrono tutte le tappe del ritrovamento, queste tracce erano state pensate dal pianista nella seconda metà del 1994 per un disco dedicato alla sua infanzia in Mozambico, e che avrebbe dovuto intitolarsi proprio “Innocence”. Le prime erano state registrate nell’estate di quell’anno, con l’intenzione di svilupparle per un organico esteso, ricco di percussioni e archi, e che avrebbe dovuto essere impreziosito dalla voce di Miriam Makeba. Nell’impossibilità di realizzare un progetto così ambizioso, si decise per un piano solo (“For Those I Never Knew”, edito da Splasch Records), con l’aggiunta di nuove tracce registrate il 19 marzo 1995. Il pianista sarebbe scomparso dieci giorni dopo.
"Non outtakes, ma un ininterrotto monologo interiore focalizzato sul recupero dei ricordi d'infanzia che passa attraverso standard (Gershwin, Monk Parker) e brani autografi, tracciando una mappa dell'ania dell'autore qusi impossibile da raccontare a parole."
(Rumore Dicembre, voto 9)
"La sua vasta preparazione (testimoniata dal recupero di brani di Gershwin e di Richie Beirach), le sue raffinate idee compositive (documentate da Blues, dalla breve e brillantissima Search For The silver Linnin). Capita addirittura di ascoltare la sua voce, ad esempio in Kaleidoscopic Beams, delicata e lirica come un duetto tra Chet Baker e bill Evans. Monumentale."
(Boxata su Rockerilla Dicembre)
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