Incontri e agguati
di Milo De Angelis
Una ricognizione sulle avventure mentali di un passato ormai remoto e sul loro quotidiano scontrarsi doloroso e frontale con l'idea di un precipizio assoluto, di un risucchiante nulla infinito; e poi il riemergere di giovani volti e figure, di minime vicende, salvate, chissà perché, dalla memoria; e infine il resoconto, condotto con oggettiva esattezza, di un drammatico fatto di cronaca, di un episodio di tenero amore e orribile violenza. Sono questi i tre momenti essenziali, quanto mai ricchi di situazioni e implicazioni interne, della nuova opera di Milo De Angelis. Un libro di straordinario rigore e coraggio, dove il pensiero della morte, con le sue impietose incursioni, tende un arco ininterrotto tra tempi lontani e presenti, dove la sua acuta invadenza si affaccia, anche «nei traffici dell'amore». Eppure, il personaggio che ne subisce gli attacchi - l'io lirico - che ne viene aggredito, non cessa, neppure per un istante, di resistere, ma cerca ripetutamente di venire a umani patti o opporsi in trattative con quell'ombra inumana e sinistra che lo perseguita. Un cimento, dunque, che sulla pagina riesce a tradursi in una testimonianza in continua tensione, e dove una salvezza, sempre sentita come parziale e provvisoria, si realizza grazie a quello strumento formidabile che è la parola nella forma e nel fiato del verso. Ed ecco allora che il poeta riesce ad autodefinirsi, con una saggia pacatezza, antiretorica e duramente conquistata, come «un povero fiore di fiume / che si è aggrappato alla poesia». Nella seconda sezione, l'indagine si fa meno ossessiva e quanto mai aperta, e vi domina «la dolce / voce umana dei corpi in movimento». Un movimento ormai sostanzialmente negato al protagonista della parte finale di Incontri e agguati, lui stesso sventurato artefice di una sanguinaria insensatezza, e ormai perduto nel suo inferno, nel «corridoio delle mille anime vaganti», a sua volta in titubante attesa del «sacro appuntamento / dell'ultimo minuto». Milo De Angelis è nato nel 1951 a Milano, dove insegna in un carcere di massima sicurezza.Ha pubblicato Somiglianze (Guanda, 1976); Millimetri (Einaudi, 1983); Terra del viso (Mondadori, 1985); Distante un padre (Mondadori, 1989); Biografia sommaria (Mondadori, 1999); Tema dell'addio (Mondadori, 2005), Quell'andarsene nel buio dei cortili (Mondadori, 2010). Ha scritto il racconto La corsa dei mantelli (Guanda, 1979 e poi Marcos y Marcos, 2011) e un volume di saggi (Poesia e destino, Cappelli, 1982). Nel 2008 è uscito Colloqui sulla poesia, dove appaiono le sue principali interviste. Nello stesso anno viene pubblicato un volume che raccoglie la sua opera in versi (Poesie, Oscar Mondadori). Ha tradotto dal francese e dalle lingue classiche.)
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