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Vincitore Premio Antonio Fogazzaro 2019 sezione Poesia edita.
«L’alta frequenza di enumerazioni che attraversa le pagine del libro evidenza un’indubbia vena realistica. Ma si tratta di un realismo assolutamente sui generis. Forse, è corretto definirlo magico: il poeta aderisce al mondo e al suo ripetersi come se lo vedesse sempre per la prima volta. Ma non va dimenticato che Wolfango Testoni è anche artista visivo, un paesaggista che trasporta questa vena nella lingua e la riversa nel suo lessico e nelle sue pagine aprendo un universo dove l’abituale, il corrivo appaiono sempre in una luce diversa, mai vista.»
È questa una nuova fase, coerente e persuasiva, della poesia di Testoni che ci arriva dopo "La prima ora". L'autore non si smentisce e semmai cresce, nel suo fitto e particolare intreccio di umani personaggi e altre figure, al tempo stesso nette e anonime. E sono semplici presenze che si muovono in vari paesaggi, o tra le case e nelle città, nello scorrere delle stagioni, accanto ad altri esseri viventi come gli stessi animali. Il tutto nella fedeltà a una concretezza fisica delle cose, che per Testoni è la fisionomia del suo ambiente necessario e naturale. Una concretezza, la sua e quella dei suoi scenari, che appare nella sintesi di immagini dai contorni netti, senza incertezze, dai ritmi interni scanditi in modo nervoso, immagini che spesso sembrano appartenere a rappresentazioni pittoriche. Nella sua pronuncia asciutta il poeta si aggira nei dettagli di una realtà opaca a cui si sente di appartenere, pur rimanendo poi quasi assorbito anche dalle tracce storiche di una realtà remota, che manifesta tacita il passare eppure il persistere delle epoche. La sua è una voce autentica e di forte sensibilità e sostanza.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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