Nato a Pechino e sballottato tra la capitale e il suo povero villaggio sulle montagne dello Shanxi, Dongfang cresce deriso dai coetanei, per la sua altezza e per non essere né un vero contadino né un ragazzo di città. Si arruola nell'esercito, ma la corruzione dilagante lo costringe ad abbandonare la divisa e a diventare elettricista nelle ferrovie statali. Il caso lo farà capitare in piazza Tienanmen invasa dagli studenti, accorsi a onorare l'amato leader Hu Yaobang, morto all'improvviso. Grazie alla sua capacità di farsi comprendere e ascoltare, diventa uno dei leader del dissenso e organizza la Federazione Autonoma dei Lavoratori di Pechino. Dongfang conoscerà la fuga e la galera, la tortura e il contagio della tubercolosi provocato dai suoi carcerieri che lo riduce in fin di vita, ma non denuncerà mai i compagni. Saranno le pressioni internazionali a farlo liberare. Da allora, stabilitosi a Hong Kong, conduce una trasmissione radiofonica sui diritti del lavoro negati, e ha fondato e dirige il China Labour Bulletin, organizzazione che sostiene i lavoratori cinesi che si ribellano allo sfruttamento della nuova rampante dittatura di mercato. Un racconto in cui Cecilia Brighi narra non solo la vita di un dissidente ma la doppia parabola di una Cina passata dalla fiducia nella rivoluzione comunista al suo fallimento precoce, e dalla disillusione a una speranza più forte che prende vita nei giorni di Tienanmen, la speranza operosa del cambiamento. Prefazione di Renata Pisu..
Nato a Pechino e sballottato tra la capitale e il suo povero villaggio sulle montagne dello Shanxi, Dongfang cresce deriso dai coetanei, per la sua altezza e per non essere né un vero contadino né un ragazzo di città. Si arruola nell'esercito, ma la corruzione dilagante lo costringe ad abbandonare la divisa e a diventare elettricista nelle ferrovie statali. Il caso lo farà capitare in piazza Tienanmen invasa dagli studenti, accorsi a onorare l'amato leader Hu Yaobang, morto all'improvviso. Grazie alla sua capacità di farsi comprendere e ascoltare, diventa uno dei leader del dissenso e organizza la Federazione Autonoma dei Lavoratori di Pechino. Dongfang conoscerà la fuga e la galera, la tortura e il contagio della tubercolosi provocato dai suoi carcerieri che lo riduce in fin di vita, ma non denuncerà mai i compagni. Saranno le pressioni internazionali a farlo liberare. Da allora, stabilitosi a Hong Kong, conduce una trasmissione radiofonica sui diritti del lavoro negati, e ha fondato e dirige il China Labour Bulletin, organizzazione che sostiene i lavoratori cinesi che si ribellano allo sfruttamento della nuova rampante dittatura di mercato. Un racconto in cui Cecilia Brighi narra non solo la vita di un dissidente ma la doppia parabola di una Cina passata dalla fiducia nella rivoluzione comunista al suo fallimento precoce, e dalla disillusione a una speranza più forte che prende vita nei giorni di Tienanmen, la speranza operosa del cambiamento. Prefazione di Renata Pisu.
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