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Un libro che tratta un argomento complesso, con l'intento di affrontarlo scientificamente e con chiarezza (cosa che i media, invece, non fanno mai). Documentato, argomentato, accurato, mantiene comunque un registro espositivo che lo rende accessibile anche ai "non specialisti" e contiene riflessioni finalmente non banali sui limiti e la portata dell'integrazione. Di sicuro pregio anche l'impianto comparativo in chiave europea, che consente di collocare la situazione italiana in rapporto a quella degli altri paesi, tanto più importante ora che l'Unione europea sembra avviata verso l'elaborazione di un approccio comune alla questione dell'immigrazione. Un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca di chi si occupa - a qualsiasi titolo - di immigrazione: studenti e studiosi, operatori sociali pubblici e privati, decisori politici, giornalisti. Un libro, inoltre, che dimostra che le scienze sociali, anche in Italia, possono avere ancora qualcosa da dire alla politica. Urgentemente.
Recensioni
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Questo volume su un tema di scottante attualità è il frutto di un intenso e impegnativo lavoro di ricerca che abbraccia il dibattito teorico sul rapporto migrazioni-crimine il quadro attuale dell'immigrazione in Europa l'incidenza degli immigrati sulla criminalità e infine l'intreccio fra la situazione economica sociale culturale esistente nei vari paesi e le caratteristiche dell'immigrazione. Sulla base di tali elementi nei due capitoli finali l'autore mediante una serrata analisi statistica esplora la correlazione tra l'indice relativo di carcerazione e gli indicatori socio-economici di integrazione e di provenienza che presumiamo possano ‘spiegare' l'andamento di questo stesso indice. La conclusione è che l'attuale espansione della criminalità dei non-nazionali sembra potere essere riportata a un quadro caratterizzato non solo e non tanto da disuguaglianza e deprivazione relativa ma soprattutto da illegalità e che la generosità economica verso i più deboli e più in generale il rispetto dei diritti un clima di legalità diffusa la fiducia e l'apertura da parte della società ospitante sembrano aspetti rilevanti per il contenimento della criminalità dei non-nazionali. Il contributo bene si inserisce in quell'ampia letteratura sociologica italiana sulle migrazioni (Ambrosini Dal Lago Pugliese e Scidà) con la quale è auspicabile l'autore in lavori futuri magari orientati più sull'Italia che sul quadro d'insieme europeo ingaggi un'esplicita e fruttuosa conversazione.
Ferdinando Fasce
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