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Un piccolo gioiello che ho avuto la fortuna di incrociare. Si incontra qualche resistenza scorrendo l'intransigenza di Fellini ma è ciò che l'ha reso grande. Grande merito a chi gli ha fatto dire cose che erano solo trapelate dai suoi lavori
Recensioni
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scheda di Cortellazzo, S., L'Indice 1994, n. 9
Fra le tante pubblicazioni su Fellini che proliferano negli ultimi tempi, va segnalata questa conversazione-intervista curata dalla poetessa e storica dell'arte Toni Maraini, che ci offre un ritratto sfaccettato del regista. Una breve introduzione ci rende partecipi delle difficoltà dell'intervistatrice ad avvicinare Fellini, che si concedeva raramente, a poche e fidate persone segnalategli da amici, dopo molte resistenze e filtri - come quello di rispondere al telefono imitando la voce femminile della domestica per negarsi o, dopo aver cambiato registro, concedersi all'interlocutore. Attraverso le domande di Maraini si entra nelle predilezioni del Maestro (la solitudine, le letture, i pochi amici, la campagna italiana) e nelle sue digressioni coloratissime nel passato, così colme d'immaginazione da porre costantemente il dubbio, al narratore stesso, che il ricordo come tale non esista più: "Non ho il senso del tempo che passa, del passato. Mi sembra di essere stato sempre un po' 'latitante'. A distanza di anni non so più che cosa mi sono inventato sino al punto di credere che sia veramente accaduto e che cosa sia invece realmente successo". Di grande suggestione sono poi i passaggi dedicati al racconto di sensazioni inesprimibili vissute da bambino e in particolare alla possibilità di tradurre i suoni in colori, di aromatizzare i suoni, come quando Fellini descrive di aver sentito il muggito di un bue e di aver visto simultaneamente "uscire dal muro della stalla qualcosa di fibrillante, come un'enorme linguona, una stuoia, un tappeto... Quell'onda, dopo essermi passata attraverso, si dissolse come un grande ventaglio di rubini microscopici, che scintillavano al sole. Poi scomparve". L'intervista si trasforma dunque in una chiacchierata a ruota libera che non si sofferma tanto sui film realizzati da Fellini, ma piuttosto sul suo universo intimo, sull'infanzia e l'adolescenza, i sogni, le sue esperienze "transcorporee" e iperreali.
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