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2
2014
Tascabile
24 marzo 2014
612 p.
9788806220624

Descrizione

La storia della sconfitta di un uomo «assolutamente buono». Un romanzo intricatissimo di avvenimenti, pieno di affetti opposti e di opposti sentimenti morali che dominano tutta l'opera entro cui si agitano bene e male, odio e amore.

«Un romanzo enigmatico e limpido che avvince e che sgomenta»Vittorio Strada

Il principe Myskin, ultimo erede di una grande famiglia decaduta, è una creatura spiritualmente superiore, la cui «idiozia» consiste in un'assoluta mancanza di volontà e in una fede assoluta negli altri. Dopo un lungo soggiorno in Svizzera, al ritorno in patria si trova coinvolto in un vortice di storie d'amore vissute con passione torbida e violenta, che hanno come protagonisti il giovane Rogozin, la bellissima Nastas'ja e l'aristocratica Aglaja. Un'intricatissima sequenza di avvenimenti, raccontati con ritmo incalzante, in cui sfocia un'immensa mole di materiale: da Cristo alla cronaca giudiziaria russa, dall'Apocalisse alla polemica con il socialismo.

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(29)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Credo che questo sia il più bel romanzo che abbia mai scritto Dostoevskij.

Recensioni: 5/5

in pieno trip di rilettura dei russi.. ..non è il dostoevskij che preferisco

Recensioni: 5/5

Fëdor Dostoevskij dichiarò esplicitamente di voler articolare il suo romanzo ispirandosi alla figura del Cristo. Un Cristo incastonato nell'alta società russa della seconda metà dell'ottocento. Una idea così originale oggi potrebbe venire solo ad un pubblicitario o ad uno soggettista di Hollywood un po' alticcio. La fatalità lo avvicina subito al suo Satana, al suo futuro rivale cui docilmente porgerà l'altra guancia. Si sa... dell'impossibile ci si innamora. Questo Nazareno redivivo seduce: i lettori, le donne, l'aristocrazia, la borghesia, il popolino. Soprattutto seduce la suprema bellezza corrotta che incanta San Pietroburgo: Nastasja Filippovna. Su queste premesse l'intreccio è segnato, è prevedibile se vogliamo. Allora cosa fa del ”l'Idiota”; un capolavoro assoluto? Il tessere questa trama per rappresentare, in anticipo ma di poco, la decadenza ed il tramonto della gloriosa tradizione russa, del glorioso personaggio dell'uomo russo la cui immagine ci è stata consegnata da Puskin, Lermontov, Gogol e Dostoevskij, naturalmente. Così come il Cristo, o meglio il Cristianesimo, ha pugnalato la civiltà romana, il Principe Myškin simboleggia la fine della sacra Russia, l'antitesi del suo mondo di valori. E così noi europei ci inchiniamo di fronte a tale tramonto, noi che l'eroismo e la temerarietà dell'uomo l'abbiamo dimenticata da un pezzo. Degna la trasposizione televisiva con Albertazzi. Proclemer, Volonté, ed una galleria di “minori”; degna della grandezza Russa.

Recensioni: 5/5

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