Heavy metal
di Paolo Pedrazzi
Quattro amici, nell'estate più calda di sempre, quella del 2003. Si ritrovano nei pomeriggi assolati in una stamberga in riva al Po. Il loro sogno: fare musica assieme. È l'anno della maturità e lo sfondo è quello di una piccola e apatica cittadina dell'Oltrepò Pavese che detiene il triste primato della più alta percentuale in Europa di neoplasie polmonari in relazione alla popolazione, riconducibili all'esposizione diretta alle fibre di amianto. Dal 1994, anno della chiusura definitiva della "Fabbrica della morte", la gente continua a morire nell'apatia e nel disinteresse. È un genocidio silenzioso nella lussureggiante quiete del verde padano e cristiano, patria di vini rinomati ed economie che vincono sulle ragioni della vita umana e dell'ambiente. Te lo porti dentro per trent'anni il tumore dell'amianto. Si mangia via tutto. Fai la tua vita, ti costruisci gli affetti, cerchi di conquistare il tuo brandello di felicità, mentre dentro stai già morendo. "Heavy Metal" è un romanzo che parla di disincanto e disillusione. Della "fine dei giochi" rappresentata dai nostri vent'anni. Ma è anche una storia di padri e di figli, di amore e disamore, di speranza e inquietudine. )
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