Guerra e rivoluzione. Elogio dei socialismi imperfetti

Il tema della transizione al socialismo è ancora presente in diverse componenti della sinistra alternativa. Il testo di Formenti si muove con originalità in tale prospettiva politica. L'autore non nasconde realisticamente i limiti dei vari esperimenti socialisti, con riferimento sia ai risultati economici che alle libertà civili e politiche. Formenti tuttavia continua a muoversi in un orizzonte ancora tradizionale, facendo derivare la sua nozione di socialismo imperfetto dal verificarsi di una rottura rivoluzionaria, con due conseguenze: 1) l'autore tende a sottovalutare i processi degenerativi in termini di repressione e burocratizzazione derivanti dalla prassi politica legata all'impiego massiccio della violenza rivoluzionaria da parte di un partito centralizzato, soprattutto nei casi sovietico e cinese, 2) tende a non considerare, tranne pochi accenni sparsi, la socialdemocrazia nordeuropea un modello a se stante di socialismo imperfetto (che tema un'accusa di revisionismo / riformismo?). Rispetto alla seconda conseguenza, tuttavia, va detto che Formenti recupera brillantemente nelle conclusioni, formulando un programma politico di esplicita e condivisibile socialdemocrazia radicale, comprensiva di indipendenza e neutralità politico - strategica per l'Italia, sia pure realisticamente attuabili in caso di crisi economico - politica mondiale di vaste proporzioni. Ciò rende ancora meno comprensibili le ragioni per le quali le socialdemocrazie nordeuropee non rientrino tra i socialismi imperfetti cui la sua analisi è dedicata.