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II volume abbraccia vicende di solito assenti dai manuali scolastici e dalla pubblicistica comune, benché attinenti a pieno diritto alla nostra storia patria ed essenziali per cogliere la genesi delle tragedie che l’Italia vivrà poi nel sec. XX al suo confine orientale: le due guerre mondiali e la successiva “pulizia etnica” nelle zone rimaste alla Iugoslavia. Qui è di scena la dura lotta di Venezia dal 1615 al 1617 contro gli Ustocchi, slavi di Segna nel Quarnero e pirati di navi veneziane, e contro il loro palese sostenitore, l’arciduca Ferdinando d’Austria. Venezia pur già ridimensionata a livello internazionale, si batte con ogni mezzo: diplomazia, alleanze, denaro e infine appunto la guerra aperta in Friuli -sul Carso e l’Isonzo anzitutto- ma anche in Istria e sulle coste dalmate. l’Autore, dopo un’amplissima illuminante premessa sulla situazione coeva europea e sugli interessi in gioco di Francia, Impero, Spagna, Papato, Savoia e Olanda riformata , segue passo passo gli eventi bellici, soffermandosi sui più valorosi personaggi veneziani coinvolti, come il comandante dell’esercito Pompeo Giustiniani (Corso di origine) morto eroicamente in combattimento, o Gaspare Galvani, la sfortunata guida del forte di Fianona scorticato vivo dagli Uscocchi per non aver voluto “tradire la sua fede di suddito veneto”. La guerra, ovviamente diversissima da quella di trincea del 1915/18, non è meno dolorosa e atroce, anche perché, come ricorda l’Autore, tutti i contendenti sono cristiani e quasi tutti cattolici, per quanto curiosamente supportati da ecclesiastici diversi: le truppe imperiali dai Gesuiti, quelle venete dai Cappuccini, e i pirati slavi dai locali Francescani e Domenicani… La pace conclusiva al solito, non risolverà certo tutti i problemi e Venezia dovrà lasciare all’Austria le sue conquista friulane, ottenendo però almeno l’allontanamento degli Uscocchi dal mare. Insomma una storia viva, avvincente e in certo modo attuale: da leggere senz’altro!
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