L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il romanzo è ambientato a Kiev, seguendone le traversie tra il 12 dicembre 1918 e il 3 febbraio 1919, all’epoca della rivoluzione bolscevica che scosse la Russia ma coinvolse anche l’Ucraina. I protagonisti principali sono i fratelli Turbin: Aleksej, il primogenito, di ventotto anni; la sorella Elena di ventiquattro e il fratello minore, Nikolaj, di diciassette anni. La nazione era occupata dai tedeschi e governata dall’atamano Skoropadskij. Sostenuto da gran parte del popolo il leader del partito social-democratico Simon Petljura si insediò a Kiev a dicembre 1918, ma fu cacciato dall’Armata Rossa che occupò la città il 5 febbraio 1919. La città è invasa da orde di profughi che devono vivere in un duro inverno sepolti nella neve. A casa loro i Turbin si godono il cuore caldo della stufa olandese. Il romanzo intreccia diverse componenti: epico-satirica, apocalittica, onirica e si avvale di una prosa quasi futurista, in cui affiorano strofe di canti popolari e versi di oper liriche. Addirittura compare pure Satana, arrampicato sul campanile della Cattedrale di Santa Sofia, intento a suonar le campane a stormo. Ma ci sono anche passaggi macabri, quando i Turbin girano nell’obitorio alla ricerca dl cadavere di Naj-Turs: qui s’incontrano cadaveri ammucchiati, brandelli di pelle, arti amputati. Una vera discesa agli inferi. Non è l’atmosfera ariosa e giocosa del Maestro e Margherita. Trama martellante e incalzante, romanzo di non facile lettura e impegnativo. Alcune immagini sono suggestive: in una parata “svetta la boscaglia marrone delle baionette come nube spinosa”. Il romanzo è solcato da un gran vociare di folla pronta a commentare tutti i pubblici eventi. Un particolare medico curioso: i malati di sifilide erano curati con endovenose di sali di mercurio, una cura peggior della malattia stessa. I malati morivano per avvelenamento da mercurio!
"La madre disse ai figli: 'Vivete'. E a loro toccherà tormentarsi e morire." La morte della madre come spartiacque nella vita dei tre giovani figli; quel senso di calore e di sicurezza si infrange in un istante, e nulla sarà più come prima. Che scrittura meravigliosa! Già dal primo capitolo se ne capisce la direzione, nel senso della qualità. Dalla prima all'ultima pagina, pur nella sua caotica essenza, non perde di eleganza e di poesia. Si tratta, infatti, di scenari storico-bellici complessi e articolati, considerato che le forze in campo che nell'inverno 1919-20 si combattono per il controllo della capitale Kiev sono: Armata Rossa bolscevica, Armata Bianca reazionaria, Esercito Imperiale Tedesco e le forze della Repubblica Popolare Ucraina. Insomma un gran caos; ergo, un ripassino degli eventi storici di quell'epoca è d'uopo: indietro nel passato per capire il presente. "Semplicemente, si scioglierà la neve, spunterà l'erba verde d'Ucraina, avvinghierà la terra... verranno alla luce rigogliosi germogli... tremolerà la canicola sui campi, e il sangue non lascerà traccia alcuna. È a buon mercato il sangue sui campi scarlatti, e nessuno pagherà per riscattarlo. Nessuno." Non avevo un ricordo così entusiasmante de "Il maestro e Margherita" e "Le uova fatali". Qui Bulgakov, nel suo primo romanzo, tocca già le vette altissime di una narrazione d'eccellenza, anche perché l'elemento fantastico e grottesco - a me non proprio graditissimo - è molto attenuato rispetto ai succitati. È una lettura impegnativa che regala notevoli soddisfazioni.
Lettura (o rilettura) obbligatoria in questi tempi terribili per l’Ucraina. Un grande libro, a cui non corrisponde la qualità dell’edizione, che ha il pregio di riportare i capitoli conclusivi della redazione del 1925, ma pure due evidenti limiti: il primo, le note, talvolta superflue, poste alla fine del volume che costringono il lettore a un continuo avanti e indietro; il secondo, la scelta di inserire in nota (e ovviamente soltanto la prima volta in cui il termine ricorre) la traduzione di termini della lingua originale, con l’antipatico effetto che andando avanti nella lettura capita, incontrando di nuovo la medesima parola a distanza di un bel po’ di pagine, di averne dimenticato il significato e di poterne recuperare la traduzione soltanto ripercorrendo dall’inizio l’apparato delle note. Non sarebbe stato meglio, più semplice, più in linea con le esigenze dei lettori, inserire un glossario alla fine, come fa per esempio Adelphi con i romanzi di Singer?
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore