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I personaggi sono forse troppo tipizzati. I bibliotecari sono solitari, timidi, appartati, single (e sessualmente frustrati). Al loro opposto la coppia Nick e Alix è sicura e determinata, quasi darwinianamente selezionata per vincere nella vita. Il libro è un pò verboso in alcune parti: c'è un eccesso di volontà descrittiva (alla Henry. James ), un indulgere pesante e inutile sulla descrizione dei sentimenti. Eppure quale accuratezza, quale abilità nel tratteggiare l'inevitabile attrazione che i due vincenti esercitano sulla outsider Frances, stanca della sua esasperata sensibilità, dei suoi ambienti chiusi ed asfittici. La protagonista, consumata l'ineluttabile delusione, torna nel suo guscio , all’abitudine serale della scrittura.
Colpisce subito l'incipit del libro, così impegnativo e lapidario. Figuriamoci poi se quel pensiero, che più volte riecheggia nelle pagine a seguire, contiene parole-concetto come "tempo", "ricordare", "oblio", "verità". La storia che incornicia questa essenza è però molto scarna e si compone più che altro sul costante mulinellare di pensieri, sentimenti e emozioni della protagonista Frances, una donna che si immagina sui 30 anni, non bella ma di aspetto piacevole, estremamente riservata, il cui quotidiano ha il suo punto di riferimento in un noioso lavoro come i colleghi. In questo contesto irrompe una coppia che invece vive una vita antitetica. La loro mondanità e il loro anticonformismo affascinano subito la solitaria Frances, che viene risucchiata nel mondo di Alix e del marito Nick. Si fa fatica a comprendere il motivo di tanta fascinazione, i due sono palesemente antipatici con punte di arroganza e cattiveria gratuita, specialmente Alix, che è l'anima nera della coppia. Sia come sia «l'orfanella Fanny», così i due simpaticoni hanno ribattezzato la poco navigata Frances, non ne poteva più di fare una vita sciatta e senza emozioni e viene irretita come fosse il suo ovvio destino. Le presentano James, con cui F. intreccerà una relazione. Alix però vuole il controllo sulle vite altrui che peraltro pare disprezzare e impiegherà poco a sottrarre James alla sottomessa Frances ricacciandola nella sua infelice esistenza. L'autrice ha uno stile severo, scrive con scrupolo meticoloso, taglia e ritaglia dettagli, frasi, smontandole e ricomponendole, spesso ripetendo concetti già espressi, in un rimuginare costante e ossessivo. La vicenda narrata però, nonostante gli apprezzabili sforzi della Brookner, non trova quello scatto che la fa decollare e invano si attende una scossa. Volutamente minimalista sui passaggi chiave, rimane incentrata sul mondo interiore di Frances, l'unica cosa che pare interessare all'autrice e la narrazione diventa abbastanza prevedibile.
Sarò l'unica voce fuori dal coro ma a me questo libro non è piaciuto assolutamente. L'ho letto lasciandomi influenzare dagli altri giudizi ma sinceramente non l'ho trovato per niente bello. Tante frasi, tante parole che non ho trovato di alcun significato. Bocciato.
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