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Guardate, ho catturato un altro mostro! - Giorgio Del Lungo - copertina
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Dettagli

1991
1 dicembre 1991
48 p., ill.
9788842510895

Voce della critica


scheda di Pessione, E., L'Indice 1992, n. 8

Il compito di un etologo è quello di smentire o confermare le teorie correnti su di una certa specie animale. Nel caso dei gatti selvatici, il bagaglio di conoscenze a disposizione è, a tutt'oggi, contraddittorio come spiega lo stesso autore nelle prime pagine: "I gatti selvatici fanno le fusa? Sono monogami? Si accoppiano con gatti domestici inselvatichiti?"È evidente che, di fronte a tanta incertezza, il mestiere di etologo diviene quanto mai appassionante soprattutto se, come nel caso di Mike Tomkies, si unisce all'interesse scientifico un profondo amore per gli animali. Il libro racconta l'esperienza di alcuni anni di osservazione di gatti selvatici in semi-addomesticamento, in uno spazio incontaminato delle Highlands scozzesi, fra boschi, laghi e radure ancora popolate dal cervo rosso, da volpi, tassi e conigli selvatici e meta di sosta per innumerevoli uccelli migratori. La storia è, nel contempo, l'esperienza di profonda solitudine e autonomia dell'autore che un'accidentato percorso in auto, in barca e a piedi, separa dal centro abitato più vicino. Questa solitudine, interrotta da qualche breve viaggio di lavoro e dalla visita di qualche naturalista, è tuttavia laboriosa (l'autore provvede da solo a tutte le sue necessità, dall'acquedotto all'orto) e rigenerante, come trapela dall'abitudine di trascorrere il Capodanno in tenda, solo con il suo cane, ad affrontare le intemperie e a rinsaldare il patto di alleanza con la terra e la natura. Così, se l'autonomia rinforza lo spirito e la fiducia nella vita, la solitudine, talvolta, fa trasparire dolori lontani, come quando l'etologo decide di dare ad una delle sue gattine selvatiche il nome della sua donna ideale: "incontrata, conquistata e poi perduta". Il filo conduttore è la liberazione dallo zoo di Londra di un vecchio gatto selvatico maschio e di tutti i suoi incontri con le due gattine trovate dall'autore. La storia racconta del loro crescere, conoscersi, scappare e ritornare, scegliersi e procreare. Le descrizioni sono dettagliate, come in un diario, talvolta ripetitive e banali per chi non ha già fatto un'esperienza di convivenza con gli animali. Tuttavia l'impressione che se ne ricava non è di staticità, poiché, oltre all'alternarsi delle stagioni, si percepisce un divenire che è soprattutto di affettività tra Mike Tomkies e le sue bestiole. E anche tra l'autore e se stesso, in lotta tra l'istinto di possesso e l'imperativo etico di lasciare liberi gli animali selvatici.
In tutto il libro, che non può definirsi n‚ un trattato di etologia n‚ un romanzo in senso stretto, traspare l'identificazione dell'autore con Syl, il maschio liberato dallo zoo, e il tentativo di ricomposizione di due diverse figure femminili, l'una scaltra cacciatrice, agile e selvaggia, l'altra golosa, pacioccona e addomesticabile ma "che non ne combina mai una giusta", arrivando persino ad accoppiarsi con un gatto domestico inselvatichito, dando così luogo ad una progenie di gatti piccoli e maculati. Le due gatte, denominate Cleo e Patra, rappresentano, insieme, quell'una ideale a cui l'autore dedica tenerezza e ammirazione. E tuttavia Patra scompare di scena prima: sembra che l'autore si identifichi nella scelta di Syl per Cleo e trascuri così un obiettivo importante per un etologo, quello di studiare la progenie mista di Patra al fine di distinguere influenze genetiche ed abitudini apprese dalla madre.
Ma è infine nel rapporto con la gattina Liane che l'etologo dà il meglio di sé: scopre che un gatto selvatico può dormire nel suo letto, fare le fusa e giocare con le palline di carta come un gatto domestico, ma non ha l'abitudine di "girare attorno alle caviglie " n‚ di alzare la coda quando lo si accarezza e, soprattutto, sotterra i suoi avanzi di cibo. Ed è ancora con Liane che Mike Tomkies vince la lotta con se stesso: a poco a poco, asceticamente, dopo essere riuscito a restituire la libertà a svariate generazioni di gatti selvatici, si deve distaccare dalla prediletta, con la generosità disinteressata di un genitore che vede crescere i propri figli.

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