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Libro superficiale, scontato, pieno di luoghi comuni, senza nessuna nota di originalita'. Altamente sconsigliato.
Un bel libro, una piacevole sorpresa sicuramente. Massimo Fabrizi, marchigiano trentatreenne, professore alle scuole medie e dottorando in Lingue e Letterature Comparate presso l'Università degli studi di Macerata, aveva già pubblicato nel 2001 un volume di poesie dal titolo "Per fragile delirio" ( Grottammare - Stamperia dell'arancio). Ora dà alle stampe il suo primo romanzo, "Guarda come corrono i fiamminghi pedalatori" (Fratelli Frilli Editori), destinato a non passare inosservato. Narrata in terza persona la storia è incentrata sulla figura dello studente italiano in Belgio Fabio Clementi che si trova coinvolto in una storia d'amore con una "bionda nordica" , precedentemente legata ad un suo amico e poi coinvolta sentimentalmente da lui. La relazione sembrerà sulle prime molto seria e importante per entrambi, ma poi la "grande romantica innamorata" mostrerà il lato meno dolce e affidabile del suo carattere, distruggendo la psicologia dell'ormai coinvolto Fabio con un bel po' di gelida indifferenza e respingendo con implacabile cinismo i suoi tentativi di riavvicinamento. La love story italo-fiamminga è sicuramente anche un pretesto per affrontare tematiche giovanili ricorrenti, quali l'incontro fra culture diverse favorito dall' unione dell'Europa, una certa, difficile e priva di significativi punti di riferimento, quotidianità contemporanea, la stessa relatività ed incostanza di molti rapporti sentimentali propri dei nostri tempi. Molto efficace e vibrante il finale dedicato ad una lunga serie di invettive del disilluso Fabio indirizzato contro tutti i principali mali dell'epoca ( con un occhio di riguardo alle italiche incongruenze e ai misteri infiniti mai svelati e che tuttora rimangono tali nel Belpaese). La scrittura è moderna, brillante, piena anche di termini molto in voga di stampo anglosassone, il ritmo sostenuto, l'ironia mai grossolana. Si legge molto velocemente. Consigliato. Pasquale Bottone, da Il tempo di leggere, 23 dicembre 2002
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