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Credo che la neoavanguardia poetica sia stata uno dei momenti di più alta consapevolezza letteraria sotto il profilo intellettualistico e culturale. Alla luce di ciò di conseguenza , respingo i disappunti di coloro che implicitamente considerano la poesia come un puro specchio estetico e oggetivo della realtà , come un'affastellamento di parole suggestive e piene di retorica sterile. E inoltre aggiungo che ogni movimento poetico va contestualizzato rispetto al suo tempo e non attualizzato e estrapolato da una dimensione storica che ne ha determinato la sua dignità ed integrità. Le opere di Sanguineti , Giuliani , Balestrini , Pagliarani , fanno riferimento ad una profonda perdita di senso dell'essere , che si prefigurava tanto negli anni sessanta sino ad arrivare ad oggi , ed è per questo che perseguivano uno stile astratto e criptico che pienamente incarnasse quel malessere di una società che aveva perso le sue risorse metafisiche , fagocitando passivamente una realtà consumistica che priva chiunque di un qualsiasi ruolo individuale e intimo , consegnandolo ad un'esistenza non vissuta. E poi ricordo che le poesie non si scrivono perchè sono carine , ma perchè sono espressione viva di un umanità che fatica ad emergere sotto il peso dell'incomunicabilità tipica di una società fatiscente.
Come fa uno che si chiama fiamma a capire cosa è stato realmente il Gruppo 63?? Non può, infatti. Momento fondamentale per comprendere la cultura degli anni 60 (in cui si consolida la società di Massa e dei Consumi) e di tutta la seconda metà del '900 (che degli anni 60 è figlia, nel bene e nel male), il Gruppo 63 è senza ombra di dubbio uno dei momenti più intensi ed elevati dell'Avanguardia contemporanea europea e non. Parlarne ha, dunque, molto senso: anzi, bisogna parlarne!!
continuare a parlare del gruppo 63 non è più solo patetico, è anche colpevole.
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