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I grandi pensatori dell'India. Mistica ed etica
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Autore:
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Collana:
Anno edizione:
1997
Formato:
Tascabile
In commercio dal:
30 agosto 1997
Pagine:
XVIII-174 p.
EAN:
9788879893626
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stefano pelagatti
03 febbraio 2015
Ho sempre avuto il sospetto che l'amore di A. Schweitzer per gli uomini non fosse sincero, e credo che una prova di questo si trovi in un passo di questo peraltro interessantissimo libro, che recita così: "Il distacco dal mondo più profondo è quello che l'uomo ricerca col fine di divenire una personalità veramente etica e di mettersi al servizio del mondo". Il" mettersi al servizio del mondo" è dunque frutto della riflessione: non nasce, cioè, da un moto spontaneo dell'animo, ma da un gioco della mente. Secondo me, A. Schweitzer non era buono; tutta la sua vita mi appare come un atto di immenso orgoglio, simile a quello che spinse il tolstojano Padre Sergio a farsi monaco eremita: entrambi, mediante una dolorosa autoumiliazione, hanno cercato di porsi al di sopra di coloro dai quali si sentivano disprezzati, o non apprezzati nella giusta misura, il che, per un uomo egocentrico, è, forse, anche peggio.
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Gabriele
25 febbraio 2007
E'certamente un libro molto interessante ed istruttivo per chi si vuole avvicinare alle diverse filosofie di pensiero dell'India,da quelle più antiche a quelle più recenti. L'autore non si limita alla sola esposizione ma ne crtica anche alcuni aspetti sia per quanto riguarda i pensieri orientali sia per quelli occidentali. L'intero libro è concentrato su due aspetti che emergono dai diversi pensieri orientali e occidentali,cioè:negazione e affermazione del mondo. Per la mia personale cultura ho trovato non pochi problemi di comprensione,dovuti soprattutto alle numerose parole inerenti alle religioni ed anche alla presenza di parole indiane,anche se per queste ultime l'autore dedica mezza pagina sulla pronuncia dei loro termini.
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Un grande uomo del nostro tempo si confronta appassionatamente - in un libro divenuto ormai un piccolo classico - con la cultura indiana, dalle origini vediche a Gandhi, Tagore, Vivekananda: davanti ai nostri occhi si susseguono le varie tradizioni di pensiero nate sul suolo dell'India (brahmanico-induista, buddhista, jaina e neo-induista), che vengono analizzate criticamente e ricomposte in una sintesi fortemente interpretativa.Posta di fronte alla scelta, che Schweitzer giudica fondamentale, tra l'«affermazione della vita e del mondo» e la loro negazione, l'India si schiera, anche se non integralmente, per la seconda alternativa, orientando di conseguenza il proprio pensiero verso la mistica e la sottovalutazione dell'azione.
Schweitzer legge così l'evoluzione del pensiero indiano come il tentativo, esemplare e impossibile insieme, di far fiorire l'etica dal terreno della mistica - un tema, questo, da lui ripreso in molti altri suoi scritti. Ma se è vero che per Schweitzer il percorso giusto è quello inverso (ossia dall'etica alla mistica), al pensiero indiano non viene tuttavia negata la possibilità di svolgere un ruolo positivo: da una parte incorporando in sé gli elementi di «affermazione della vita» che gli giungono dalla cultura europea, dall'altra ricordando a quest'ultima l'irrinunciabilità di quella dimensione mistica che rappresenta l'indispensabile complemento dell'etica del «rispetto per la vita».Tradotto in varie lingue, il libro ebbe, fin dalla sua prima uscita nel 1935, vasta risonanza e suscitò una discussione importante, della quale si dà conto nell'introduzione.
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