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Anno edizione: 2017
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scheda di Maltese, E.V., L'Indice 1995, n. 9
Titolo non fedele, ma accattivante e appropriato, quello con cui si ripresenta al pubblico italiano l'opera di Niceta Coniata: storia dell'"aureo" XII secolo bizantino fino al suo drammatico epilogo, la caduta di Costantinopoli nelle mani dei crociati (1204). Il suo autore era un segretario imperiale che ebbe un'assidua frequentazione con la corte, ma il testo è tutt'altro che un resoconto burocratico o un memoriale di palazzo. Perché Niceta proclama la sua fede nella pura Verità dei fatti, e professa una viscerale antiretorica, ma si guarda bene dal praticare la via della nuda cronaca e rifugge da ogni tentazione di oggettività evenemenziale. Mentre la storia scorre si avverte sempre più chiara l'impronta di una forte personalità intellettuale e artistica, che, a differenza di tanti suoi colleghi medievali, investe nell'esposizione un complesso di istanze ideologiche e letterarie; e l'introduzione di uno specialista di Niceta quale Alexander Kazhdan è la miglior guida per comprendere l'ottica dello storico, seguirne il percorso, gli umori, il difficile estro espressivo. Il volume è molto impegnativo, e appare complessivamente ben realizzato, benché non manchino sviste e difformità redazionali. Rischia tuttavia di tornare più utile allo specialista che non al resto del pubblico: a fronte di un testo greco ben curato - poche, ma sempre meditate e motivate le divergenze rispetto all'edizione critica di riferimento (J.L. van Dieten, 1975) - e di un commento che assolve egregiamente il proprio compito, la parte meno riuscita risulta, infatti, la traduzione. Va detto che il greco di Niceta è quanto mai arduo: metafore, tortuosità, anomalie ne fanno un idioma letterario particolarissimo, a tratti inafferrabile. Dato il rilievo culturale dell'impresa, è auspicabile che già il secondo volume, e poi una seconda edizione, portino di meglio.
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