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L'espressione francese "Grand Louvre" designa l'ambizioso progetto di ampliamento del museo varato da François Mitterrand nel 1981 e completato nel 1999. Al termine dei lavori, il filosofo Jean Galard, allora direttore dei servizi culturali del Louvre, propose a Yves Bonnefoy di comporre un testo per un film sul museo rinnovato. L'iniziativa, però, si sviluppò in altri modi, e gli scritti elaborati allora sono stati completati soltanto oggi dall'autore; la loro pubblicazione in italiano, con il testo francese a fronte, precede l'imminente edizione francese. Il "grande spazio" del titolo è quindi quello del nuovo Louvre, con le sue innovazioni (la piramide di Yeoh Ming Pei, che metaforicamente assume qui la funzione di una clessidra per il tempo della visita) e le sue permanenze (il palazzo dei re, le collezioni, la Grande Galerie). Bonnefoy lo esplora con la sensibilità del poeta e la precisione dello storico dell'arte, trasformando le tappe di una visita in quarantuno brevissimi scritti dalla prosa disincantata e allusiva. In questo percorso, che ha il sapore sereno dell'ozio solitario, è facile leggere l'esortazione ad affrontare le visite ai musei, luoghi ad alta densità culturale, con la tranquillità di chi vi rimane il tempo necessario e vi torna quando può, senza infliggersi la sofferenza fisica di un'indigestione. Non un trattato di museologia, quindi, ma una galleria poetica condotta con la consapevolezza dello studioso e con la certezza di strappare un sorriso complice al lettore amante dei musei. Nel volumetto è pubblicata anche un'intervista all'autore, condotta da Daniel Bergez, in cui Bonnefoy espone da diversi punti di vista la natura del proprio rapporto con le opere d'arte. Conclude il libro una breve riflessione di Flavio Ermini su alcune pagine del testo di Bonnefoy. Nicola Prinetti
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