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Anno edizione: 2020
«La città è silenziosa e lontana, e tu senti solo lo stridio dei grilli negli spazi fra gli alberi d'indaco che sembrano trattenere le stelle.»
Il grande mondo laggiù è una raccolta composta da 34 racconti in cui l'universo fantastico di Ray Bradbury viene sviscerato attraverso i sentimenti dei protagonisti, che sperano, sognano, hanno paure e nostalgie, sempre in bilico tra due opposte pulsioni: quella verso il passato e quella verso il futuro. E ogni racconto, da La sera a La fine del principio, da Le auree mele del sole a La città dove nessuno scendeva, si impegna allo spasimo per coinvolgere i lettori nella consapevolezza dell'universale desiderio di amicizia, affetto e amore che accomuna ogni essere umano della Terra, perché «è questo che vogliamo dalla vita. Vogliamo amici.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una raccolta molto eterogenea, quasi un "Best of" di questo autore che, a mio parere, rimarrà negli annali ancora per molto tempo, "Quasi" appunto per un paio di scivoloni melensi e insipidi nella seconda parte, ma in sostanza una bella raccolta, soprattutto per quel che riguarda il "realismo magico", di cui Bradbury era maestro. Si può dire sia il tema della raccolta. Alcuni di questi racconti erano parte del romanzo "L'estate incantata", altro libro stupendo; altri fanno parte della serie della familgia Elliott, altra saga veramente bella. Da segnalare inoltre "Il meraviglioso abito color gelato alla panna", e "La sera", due capolavori di stile.
Cosa si può dire di quest'opera, e di Ray Bradbury in generale, che non abbia già scritto biscotto51 nella sua recensione? Assolutamente nulla. Uno scrittore, un poeta, un genio, capace di regalare magia come forse nessun altro.
Un capolavoro, e mi tengo basso con il giudizio. 34 racconti uno più bello dell'altro in ognuno dei quali (ma soprattutto in Il commiato) soffia il vento leggero e inebriante della Poesia, che vive certamente di più e con più forza, più autenticità al di fuori delle cosiddette poesie. Per fare Poesia non servono le rime, anzi, a volte sono espressioni melliflue, scialbe, insapori. Una lettura che coinvolge, trascina, stordisce, inebria e ci fa vivere in dimensioni che, prima di leggere, non sapevamo potessero esistere ma che, dopo aver letto, sappiamo esistere da sempre e per sempre, perché da sempre fanno parte dell'uomo anche se non lo sappiamo consapevolmente. Grazie Ray, il tuo nome è scolpito a lettere d'oro nel gran libro della Poesia.
Recensioni
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