Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un capolavoro intramontabile della storia del giallo ed in particolare della camera chiusa. Libro immancabile nelle collezioni di ogni amante del giallo classico.
romanzo troppo lungo, stancante
Nonostante il romanzo contravvenga a più d’una delle “venti regole per scrivere romanzi polizieschi” elencate da S.S. Van Dine (per la verità formulate 37 anni dopo la stesura di The Big Bow Mistery) la sua lettura è avvincente e non priva di un umorismo che giova alla narrazione. Se poi consideriamo l’importanza storica del libro, il primo a trattare il problema del delitto in una camera chiusa dall’interno, citato anche da Derek Smith nel suo L’Enigma della Stanza Impenetrabile, allora ritengo debba essere assolutamente raccomandato agli appassionati del genere
Non sono una grande appassionata di gialli, seppur talvolta li includo nelle mie letture, quindi questa è un'opinione da neofita. L'ho trovato molto piacevole, e, cosa non indifferente (ma forse proprio per la mia essenza neofitica al genere), fino all'ultimo non ho saputo indovinare come sarebbe andato a finire. Mi sono approcciata a questo libro incuriosita dal fatto che venisse pubblicizzato come il primo romanzo con delitto in camera chiusa, seppur all'incirca una cinquantina di anni prima fosse uscito il primo vero racconto del genere, I delitti della Rue Morgue di Poe, che ho recuperato poco dopo la lettura di questo libro (e che ho trovato decisamente geniale, seppur non trovi particolarmente avvincente la scrittura di Poe). Pur essendo un libro scritto sul finire dell'800 è decisamente scorrevole; mi ha tenuto compagnia una settimana di quest'estate, l'ho sbocconcellato poco a poco ogni mattina prima di dedicarmi al lavoro, motivo per cui lo assocerò sempre al tepore delle prime mattine estive, pur essendo ambientato tra le nebbie e le uggiose giornate di Londra. Lo consiglio come lettura non impegnativa e piacevole.