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Governare l'alfabeto. Donne, scrittura e libri nel medioevo - Luisa Miglio - copertina
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Descrizione


Abitudini o divieti formali per secoli tennero lontana la donna medievale dalla scrittura. Questo libro di Luisa Miglio investiga attraverso un metodico lavoro di riconoscimento e di studio le occasioni e le situazioni di scrittura femminile tra il medioevo e la prima età moderna. Il possesso dell'alfabeto era per una fiorentina del Quattrocento una virtù o un accessorio biasimevole? In quali strati della società era più facile l'accesso alla scrittura? Mondo laico e mondo religioso mostravano differenze di comportamento? L'autrice attraverso l'analisi delle tracce materiali nei documenti d'archivio - scopre quali furono le motivazioni che indussero alcune donne a prendere in mano la penna: annullare lontananze, dare corpo al proprio immaginario e alla propria memoria, guadagnarsi da vivere, sopperire alla mancanza di scriventi maschi, infrangere il monopolio maschile della scrittura.
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Dettagli

2008
6 febbraio 2008
350 p.
9788883342936

Voce della critica

Il bel volume riunisce dieci saggi dedicati da Luisa Miglio, in vent'anni di ricerca, alla scrittura femminile, intesa come attività socioculturale da cui ovunque e sempre le donne furono escluse e, quando vi parteciparono, furono accettate con diffidenza e sospetto. Nell'introduzione, l'autrice ricorda come l'esperienza di un seminario, Alfabetismo e cultura scritta nella storia della società italiana, tenuto a Perugia nel 1978, abbia riacceso l'interesse e la sensibilità "verso testimonianze grafiche tradizionalmente ritenute marginali" e "la curiosità di verificare se quel 'mondo senza donne' che la storiografia paleografica aveva delineato era veramente tale". Numerose sono le iniziative dedicate alla scrittura delle donne, ma raccontano molto il rapporto tra le donne e lo scrivere, e poco quello tra le donne e la scrittura: scrittura intesa come insieme di tratti grafici, ed è questo invece l'argomento centrale nelle ricerche raccolte in questo libro.
La prima sezione (In apertura) comprende il contributo di carattere generale (Donne e cultura nel medioevo), in cui viene analizzato il ruolo della donna nella società medievale, le sue possibilità e difficoltà di accedere alla scrittura. Segue il saggio Alfabetizzazione e organizzazione scolastica nella Toscana del XIV secolo (coautore Armando Petrucci), in cui si esamina l'abbondante produzione scrittoria in volgare, la conseguente varietà delle strutture scolastiche e la diversità degli insegnamenti e dell'educazione impartita alle donne. La seconda sezione (Lettera è bello) è costituita da cinque capitoli,in cui l'autrice indaga ilcomplessorapporto fra donna e scrittura. Nonostante le funzioni della donna nella società medievale siano marginali e subalterne, si incontrano da sempre donne scriventi, dapprima in ambito monastico e in seguito anche nel mondo laico. La terza sezione (Libri scritti, libri letti) racchiude tre saggi: nel primo, partendo dal giudizio negativo di Poggio Bracciolini sulla capacità di scrivere delle donne, si esamina la produzione libraria femminile sia monastica sia laica. Nel secondo è descrittoil sito internet, curato dall'autrice e da Marco Palma, dedicato alle donne che hanno lasciato traccia della loro capacità di scrivere sino al secolo XV. Infine, argomento dell'ultimo capitolo sono i libri d'ore, particolari "libriciuoli" da donne e di donne, ricostruiti anche attraverso le fonti iconografiche. L'appendice, Né altro per ora. Lettere di donne dal medioevo, è l'edizione critica di sessantasei lettere per lo più inedite, autografe e non, di donne vissute nella Toscana tardomedievale.
Armando Petrucci, nella sua Premessa in forma di postilla, ricorda che "da un punto di vista numerico la presenza delle donne scriventi nell'Italia (e nell'Europa) durante il medioevo è minima" ed è merito dell'autrice sia l'aver indagato su questa esclusione attraverso fonti dirette – come codici e lettere e documentazione privata scritta da donne – sia nel "tipo di analisi ad esse applicato, nel linguaggio descrittivo adoperato e nella fedeltà ecdotica per esse escogitata". È un libro importante per gli specialistici della scrittura, ma è anche un libro per lettori non specialisti che possono così conoscere il lento e difficile accostarsi dell'"altra metà del cielo" a una pratica che per secoli è stata considerata una prerogativa esclusivamente maschile.
Patrizia Cancian

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