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Anno edizione: 2020
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In una sinfonia di ricordi, documenti e frammenti di vita, Jan Brokken compone con magistrale equilibrio il ritratto di un eroe dimenticato dalla Storia che, al pari di Oskar Schindler, Raoul Wallenberg e Giorgio Perlasca, ha trovato il coraggio di opporsi alla brutalità del Nazismo.
1940. L’Europa è sconvolta dal Secondo conflitto mondiale, centinaia di migliaia di ebrei cercano riparo dalla furia nazista nei pochi paesi ancora neutrali. Quando l’Unione Sovietica invade la Lituania, i profughi che vi avevano trovato asilo non hanno più scampo e si radunano in massa ai cancelli dei vari consolati, nella speranza di ottenere un visto. In quell’anno, l’olandese Jan Zwartendijk, direttore della filiale Philips in Lituania, viene nominato console onorario a Kaunas, capitale del Paese. Cosa significava esattamente per un uomo d’affari diventare console onorario? «Quasi nulla», gli fu detto. «Forse ti capiterà di firmare qualche pezzo di carta.» Ma se migliaia di ebrei trovarono la salvezza fu proprio grazie a lui che firmò senza riserve i visti per il loro espatrio e garantì l’apertura dell’ultima rotta verso la libertà: la Transiberiana fino al Giappone, e poi Curaçao, isola olandese nel mar dei Caraibi. Rintracciando con minuziosa dedizione fonti e testimonianze dirette dei famigliari dei sopravvissuti, Jan Brokken racconta nel dettaglio una delle operazioni di salvataggio più straordinarie della Storia, ricostruendo con una prosa incalzante e magnetica i dieci giorni che Jan Zwartendijk ebbe a disposizione per mettere al sicuro il maggior numero di vite. Dieci giorni e dieci notti di febbrile attività per portare a termine una missione caduta poi in un ingiustificato oblio, ma che garantì la libertà a più di ottomila ebrei. Nel 1997, Jan Zwartendijk è stato insignito postumo del titolo onorifico di «Giusto tra le Nazioni».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Brokken è riuscito a rendere poetico anche l'ultimo capitolo, quello sulle fonti. Il resto è sublime letterariamente, e moralmente necessario.
I GIUSTI di Jan Brokken, un saggio che si legge come un romanzo. Con la consueta capacità di coinvolgimento (mirabile un altro suo testo: ANIME BALTICHE), l’Autore affronta un periodo della seconda guerra mondiale quasi del tutto sconosciuto: l’esodo di migliaia di ebrei dell’est Europa attraverso Russia, Giappone e Cina, reso possibile grazie al coraggio e alla determinazione di due consoli politici - l’olandese Jan Zwartendijk e il giapponese Chiune Sugihara: i Giusti, appunto - di stanza a Kaunas in Lituania. Attraverso le pagine del libro impariamo a conoscere le loro vite, e con le loro, quelle dei protagonisti delle drammatiche traversie per raggiungere - quando possibile - la salvezza. Un patrimonio straordinario di umanità, vittima di un male assurdo, privo di qualsiasi razionale giustificazione. Per contro, sarà confortante scoprire come il Governo giapponese, pur essendo all’epoca alleato con la Germania nazista, avesse categoricamente rifiutato di perseguitare il popolo ebraico, fornendo anzi un contributo essenziale alla sua salvezza, offrendo conforto e ospitalità. Un testo necessario, I GIUSTI, per comprendere un momento storico eccezionale, ma per analogia devastante come quello che oggi stiamo vivendo. Una lettura che induce ognuno di noi a riflettere e non dimenticare. Un racconto al centro del quale c’è sempre l’Uomo, perché “ogni persona è un mondo intero; e chi salva una vita, salva il mondo intero”.
Jan Brokken in questo libro ci racconta come nel 1940 l’olandese Jan Zwartendijk, direttore della filiale Philips e console onorario in Lituania, lavorò incessantemente per permettere l’espatrio a quanti più ebrei possibile. Questo libro mi ha fatto conoscere la storia di un uomo, anzi di più uomini , che operarono con grande umanità in tempi bestialmente bui. La ricostruzione minuziosa dei fatti, la narrazione avvincente e l’inserimento delle storie delle numerose famiglie salvate rendono il libro prezioso e assolutamente da consigliare.
Recensioni
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