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Il film è una dettagliata ricostruzione storica del giovane Marx, della sua amicizia con Engels, ma anche del rapporto con le loro donne (compagne, fidanzate e mogli) che non poco hanno contribuito alla definizione del suo pensiero e alle lotte di quel periodo. Sempre molto attuale e fondamentale per capirte la società contemporanea.
Il film racconta un periodo particolare della vita di Karl Marx, di quando a 26 anni con la moglie si trasferisce a Parigi e lì conosce F. Engels col quale stringerà amicizia e quindi a scrivere insieme il Manifesto.
Film ben girato ed interpretato, che si concentra sugli anni della giovinezza di Marx ed Engels che portarono alla redazione del Manifesto del Partito Comunista. Nel fare ciò evidenzia il contesto storico di quegli anni che cambiarono l'Europa e mostra il lato umano dei due protagonisti, così rendendoceli più vicini ed attuali, con la loro passione politica, il loro impegno sociale, le loro inquietudini e i loro quotidiani problemi anche materiali, di quanto non dica l'immagine spesso coperta di polvere che se ne ricava dai libri di storia e di filosofia studiati a scuola. Soprattutto la loro storia personale racconta il coraggio con il quale, assieme alle rispettive compagne di vita (una volta di più si tocca con mano quanto sia vero che accanto a un grande uomo c'è sempre una grande donna), furono disposti a mettersi in gioco e a pagare sulla loro pelle le conseguenze del loro pensiero e delle loro azioni pur di non scendere a compromessi e di non rinunciare alle proprie idee. Peccato che la storia abbia tradito il loro pensiero, spesso tramutando la loro idea di comunismo in regimi sanguinari.
Recensioni
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‘Il giovane Karl Marx’: un film semplice, perché la Causa possa giovarne
Un approccio ideologico, romantico, adatto al personaggio, al tema e al racconto che al netto di costumi, dialoghi e avvenimenti, stupisce per l’attualità.
C’è qualcosa di squisitamente ingenuo e molto comunista nel fare un biopic su Karl Marx e raccontarlo con una così partecipe ingenuità. D’altronde Raoul Peck, già autore del bellissimo I Am Not Your Negro, fa capire il senso dell’operazione in una delle scene finali: Marx ed Engels (August Diehl e Stefan Konarske), su una spiaggia, litigano.
Il secondo vince le resistenze del primo dicendogli che nessuna grande filosofia salverà il mondo, perché sarà prima di tutto necessario un testo semplice, comprensibile: il Manifesto del Partito Comunista. E il cineasta questo decide di fare: un film semplice, lineare, che arrivi a tutti. Perché la Causa possa giovarne.
Un approccio ideologico, romantico, adatto al personaggio, al tema e al racconto che al netto di costumi, dialoghi e avvenimenti, stupisce per l’attualità. Come il fermento politico, morale e sociale che qui e ora non vedi. Marx, nell’opera, è più realista di quanto la Storia lo abbia raccontato, un filosofo polemista e un economista raffinato, un materialista che non vuole slogan vuoti, ma che i lavoratori di tutto il mondo si prendano ciò che è giusto.
Un uomo politico capace di grandi visioni e di grandi fragilità come amico e sodale con Engels, e come marito con Jenny (Vicky Krieps). La storia si dipana tra il 1844 e il 1848: il proletariato sta per liberare il mondo con i moti rivoluzionari, ma non se stesso. Succederà spesso nei 170 anni successivi: come testimonia, sui titoli di coda, il montaggio di fotogrammi di rivoluzioni (quasi tutte tradite) sulle note di Like a Rolling Stone.
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