Giorno di vacanza

«E’ sempre così. Non posso decidere né come vivere, né come morire». Secondo romanzo della scrittrice francese Inès Cagnati, Giorno di vacanza (Adelphi, 2023) in maniera lirica quando dolorosa per Galla ci fa compiere un viaggio nel legami familiari. Legami dolorosi, legami morbosi, legami assenti, legami inspiegabili a cui è difficile anche dare un nome. Due mondi a confronto: quello paludoso della terra delle carestie e quello di città dove la scuola sembra l’unica possibilità. La possibilità. Compagna di viaggio in questo giorno di vacanza è la sua bicicletta, sgangherata ma resistente agli urti. Un viaggio sentimentale tra le spire di una famiglia sopra le righe, forse non al livello del suo esordio Génie la matta (Adelphi, 2022) in cui sempre la figura materna domina le pagine, ma resta oltremodo una lettura interessante di scavo e analisi di rapporti desiderati, a volte mancati con cui si prova trovare una riconciliazione.

Terra disseminata di sassi, paludi infestate dalle erbacce, eterna foschia. In questo luogo nasce e cresce Galla, senza cibo né amore perché i genitori si prendono cura degli animali, ma non delle figlie; troppe. A pochi passi dalla città dove vivono i ricchi "che hanno case pulite, ma sporcano le strade. Galla soffre, tanto, troppo, e contemporaneamente sogna. Ha una visione lucida e irriverente dei fatti che appartengono alla vita e della morte. Chi lo dice che la vita è preferibile alla vita? L'autrice ci regala uno un punto di vista diverso per poter guardare noi stessi.

Peccato che occasione persa! Il primo romanzo dell'autrice pubblicato in Italia mi aveva commosso e colpito nel profondo. Ogni pagina trasudava dolore vero da parte di una figlia non amata e abbandonata a sé stessa, quasi fosse un autobiografia. In quest'ultima opera invece si intuisce l'artifizio, la costruzione a tavolino di una storia drammatica nella quale però il lettore non è mai veramente trasportato e perciò non prova empatia per la protagonista, anche qui femminile, del romanzo.