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Giorni felici apre e (chiude) una finestra sulla vita di alcuni personaggi e li mostra nello scorrere delle loro esistenze. Il protagonista del romanzo è Luca, un quasi ventiseienne romagnolo che si ritrova a fare il cassiere in un’agenzia ippica e a fingere di presentarsi ai colloqui che gli procura suo padre, con l’intenzione di farsi assumere davvero. Nel frattempo si innamora di Corinna un’aspirante attrice triestina che ha conosciuto, per via epistolare e che poi incontra più volte, innamorandosene perdutamente. Attorno al protagonista si muove poi, un nutrito gruppo di comprimari, per lo più i clienti dell’agenzia ippica, eccentrici e stralunati, quasi tutti presentati attraverso dei bizzarri soprannomi e solo lievemente abbozzati. L’autore, tratteggiando con brevi accenni questi personaggi, delineando vagamente le loro vite, crea nel lettore la sensazione che esista un mondo parallelo – quello delle agenzie ippiche e dei suoi scommettitori – che gli è assolutamente sconosciuto. Il tono leggero utilizzato per dipingere un personaggio semplice, e sfaccettato allo stesso tempo, come quello di Luca, e per abbozzare le comparse che gli girano intorno - tanto stralunati da acquisire uno spessore inaspettato – non solo carpisce le immediate simpatie del lettore, con dialoghi veloci e battute ironiche e mai cattive, ma nasconde in realtà, uno sguardo lucido sulla vita, i sogni e le possibilità (volontà?) di realizzarli. Lo stile semplice e confidenziale, ma impeccabile suggerisce la netta sensazione che ogni parola usata in ogni singola frase, sia effettivamente l'unica (la più giusta) che fosse possibile scegliere. (In questo senso è uno dei romanzi più curati che io abbia letto nella narrativa italiana degli ultimi dieci anni, troppo spesso sciatta e imprecisa). Il romanzo è così un incantevole ritratto di un ragazzo come tanti, che non pretende nulla dal mondo ma aspetta costantemente che succeda qualcosa e I Giorni felici del titolo forse, sono così quelli che verranno, o si spera arriveranno.
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