Una donna ancora giovane, serena e appagata, tutt’altro che inattiva nel cerchio sicuro della famiglia, viene abbandonata all’improvviso dal marito e precipita in un gorgo scuro e antico.
«La voce rabbiosa, torrenziale di questa autrice è qualcosa di raro» - The New York Times
«Ho letto questo romanzo in un giorno, obbligandomi a prendere respiro come fa un nuotatore. I giorni dell’abbandono è stellare» - Alice Sebold, autrice di "Amabili resti"
Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall’umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una alienata e intermittente percezione di sé. Comincia a questo punto una caduta rovinosa che mozza il respiro, un racconto che cattura e trascina fino al fondo più nero, più dolente dell’esperienza femminile.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La scrittura di Ferrante lascia sempre incollati alle pagine, è una garanzia, ma in quest'opera sembra piu acerba rispetto alla saga dell'amica geniale. La parte centrale mi è sembrata ripetitiva e stagnante, infatti ho raggiunto un momento di stallo durante la lettura e il finale mi è sembrato banale. In ogni caso Elena Ferrante riesce come sempre a descrivere i sentimenti umani in modo incredibilmente vero, crudo, diretto. Nostante le perplessità lo consiglio.
Libro che ti tiene incollato alle pagine. Una finestra nella vita quotidiana di una donna lasciata dal marito. Un libro breve bello e anche doloroso a tratti. Lo consiglio
In queste pagine ho scoperto il racconto personale di una donna che non si sapeva riconoscere senza il marito, senza il ruolo di moglie, che l'aveva costretta a guardare da lontano i propri sogni da quindici anni. Non si sapeva più... Nei giorni successivi all'abbandono quindi si ritrova a fare i conti con sé stessa. L'immagine che ha di sé è di come vuole essere vista dagli altri. A volte si lascia andare senza freni, al ruolo della 'poverella del paese natio' altre volte alla donna sicura di sé e del suo aspetto. Prova e riprova ruoli inconsci diversi fino a ritrovare il suo di diritto, Olga. Buona lettura
a tratti angosciante, facevo fatica a leggerlo. Cmq una lettura discreta