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Inghilterra 1941. Bloomsbury. Royal horticultural Society. Devon. Conosco molte persone che soltanto leggendo queste parole su una quarta di copertina acquisterebbero il libro subito. Ma non aspettatevi le atmosfere rarefatte di un film di Ivory, non aspettatevi l'ineffabile, il non detto, il sottointeso. Aspettatevi invece un piccolo romanzo vivo come la terra nella quale mette le mani la giovane protagonista e sublime come le rose che coltiva di nascosto. I personaggi del libro vibrano, soffrono, ne scorgiamo i nervi, il sangue, è l'Inghilterra che vive e si prepara a partire per la guerra, è l'Inghilterra di chi ha già perso qualcosa, ha già perso tanto, e si aspetta di perdere ancora. E per non perdere tutto ricerca, ricerca nel passato, in un giardino perduto, ricerca in quel che si trova sotto le mani, un affetto, un sostegno, qualcosa che dia la sensazione di sprofondare nel nulla, e magari, anche per un attimo, trova. Ci sono Gwen e Jane, soprattutto. Gwen che si aggrappa e Jane che si sperde, c'è molto, molto amore, di quello che non passa attraverso niente se non attraverso il cuore, c'è la poesia degli alberi, dei fiori, la poesia di veder crescere qualcosa, di prendersi cura di qualcosa. O di qualcuno. E infine c'è quel che ci lega a questo mondo, una casa, che non è mai per nulla scontata ma che, come dice Gwen verso la fine del libro, "è per me il luogo in cui ho provato i sentimenti più forti. O qualsiasi persona. Non importa quanto a lungo ci hai vissuto. E' quello a cui desidererai sempre ritornare." Un libro bellissimo, da prendere e tenere come una persona cara.
Non poteva ripetersi il miracolo di "Cani selvaggi". Eppure l' autrice non perde il vizio di emozionare: in quest' opera le sensazioni sono più rarefatte, leggere, morbide, ma ugualmente reali e tangibili. Tra le pagine del libro aleggia il fantasma di Virginia Woolf, presenza quanto mai significativa nelle intenzioni della Humphreys. Il mondo è soprattutto una questione tra donne: Gwen e Jane. Gli uomini, anche i più degni come Raley e David, possono soltanto accompagnare la vita che scorre tra l' incubo della guerra e la bellezza del linguaggio e del potere consolatorio di un giardino fiorito. Con i fiori si può scrivere nel vento la Passione, il Desiderio, la Perdita. Si può giocare a mostrare l' Amore: perchè un giardino va pensato; sono necessarie delle scelte, si devono potare i rami superflui o nocivi; servono attenzioni e cure continue; altrimenti sfiorisce, avvizzisce, muore. "Questo so dell' amore. Che ogni giorno viene messo alla prova e che quello che non si rinnova va perduto. Possiamo decidere che ci preme di più o di meno. Una volta deciso che ci preme di meno, non c'è modo di fermare lo slancio sempre più forte con il quale si avvicina il momento dell' addio. Ogni cosa amata scivola via. Non c'è modo di fermarla."
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