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Recensioni Il genocidio vandeano. Il seme dell'odio

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"Le génocide franco-français" ebbe lo scopo di far luce su uno dei capitoli più scabrosi e controversi della storia francese, introducendo per la prima volta in Europa la problematica "Vandea", prima del tutto ignota. Quei 100.000 km quadrati, quelle 770 parrocchie insorte, quegli 800.000 abitanti,"non hanno alcuna caratteristica distintiva comune". Appartengono a province diverse, obbediscono ad abitudini diverse, non hanno avuto una storia comune. La rottura si consuma il 12 luglio 1790, con la proclamazione della Costituzione civile del clero, clero tenuto in grande stima dal popolo per la sua onestà ed il suo eroismo. L'insurrezione scoppia nel marzo 1793, in occasione di una nuova massiccia coscrizione obbligatoria. In modo spontaneo la Vandea insorta è in grado si schierare un'armata efficace non solo in azioni di guerriglia, ma anche di inquadrarsi in campo aperto suscitando l'ammirazione dello stesso Napoleone. Ma alla fine la sproporzione delle forze in campo ne ha ragione e si consuma la disfatta. Eppure la Vandea vinta non è ancora "convertita". Così, il 17 gennaio 1794, il generale Tureau ordina la distruzione totale della regione al grido di "Libertà, fraternità, uguaglianza, o morte". Percorsa dalle "colonne infernali" la Vandea conosce allora un terribile massacro, che durerà fino al 27 luglio 1794. Ci si trova di fronte al primo genocidio ideologico della storia.)
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