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Dettagli

2022
27 gennaio 2022
184 p., Brossura
9788845936562

Descrizione

Con una scrittura di assoluto nitore, laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalità e tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere un'essenzialità trasognata che sembra dissolvere la tragicità degli eventi.

«Ci sono vite disgraziate, in cui il poco e raro bene che arriva sembra, a posteriori, solo uno scherzo crudele. È la sorte che gioca a illudere e ingannare chi quelle vite se le ritrova. Ed è forse questo il senso di un epilogo che mi ha lasciato turbata e in silenzio come non mi capitava da tempo.» – Donatella Di Pietrantonio, Robinson – la Repubblica

Questo romanzo è la storia dell'amore, lancinante e assoluto, di una figlia, Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità dopo che ha generato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza. Una madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i piedi», che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po' di frutta, di un pezzo di carne. Ma l'amore di Marie è impavido, indefettibile - va oltre il tempo.

Valutazioni e recensioni

4,4/5
Recensioni: 4/5
(25)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Libro bellissimo e molto consigliato, letto su indicazione di un recensore, che tratta di temi crudi e dolorosi in un modo mai patetico. La scrittura è concisa e ripetitiva, caratterizzata da una cantilena mai banale, per enfatizzare il dolore degli accadimenti narrati, che vi scavera' nell'animo e vi tormentera' trascinandovi in amare riflessioni.

Recensioni: 5/5

Può capitare di nutrire particolari aspettative verso un romanzo e che, come in questo caso, vadano deluse. La formula dell'autrice è chiara: poche frasi, paragrafi scarni e capitoletti di due pagine, il tutto accompagnato da un linguaggio povero per non dire telegrafico, allo scopo di rendere tangibile la miseria delle due protagoniste. Secondo me la formula non si è rivelata per nulla vincente: la scrittura anzichè toccante risulta sin stucchevole nel tentativo (vano) di commuovere il lettore.

Recensioni: 5/5

«Ti porterò nelle isole dell’infanzia, nel profumo dei frangipani. Ti porterò in fondo alle grotte dove va a morire il mare, nell’ombra degli aranceti selvatici. Dormiremo con il canto del vento tra le casuarine dei monti». Diceva: «Marie, moglie mia, avremo un figlio». E: «Non ho più paura. Un figlio è la memoria della vita». Un romanzo triste, tristissimo, ma anche molto intenso. La storia d’amore di una figlia Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie, che ripudiata dalla famiglia e dalla comunità viene etichettata come “la matta”. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato in cui l’ambientazione è unica, ci troviamo sempre nelle fattorie, in campagna o nei campi, che gioca tutto sulla ripetizione, sul leitmotiv. Per tutto il romanzo mi sono chiesto, come l’arte della scrittura possa fare dei miracoli, perché in questo romanzo siamo davanti sempre alla stessa fotografia, ma nonostante ciò tutto ogni volta cambia, è mostrato al lettore con una lente diversa. Un romanzo molto interessante, che ti incolla alle pagine, di cui son felice di poter leggere anche una seconda avventura a firma di Inès Cagnati, uscito proprio in questi giorni col titolo “Giorno di vacanza”.

Recensioni: 5/5

Dolorosamente agghiacciante, eppure soffuso di un tenerissimo amore. Una scrittura ossessivamente ripetitiva. Deprimente nell’ipotesi che non esista rimedio alla solitudine del disamore materno, alla condizione femminile subalterna, alla violenza permanente.