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Uno spaccato interessante della guerra in Iraq, dei suoi eccessi e delle sue ambiguità. Se gli ufficiali dell'esercito americano sono tutti incapaci come Capitan America ed Encino Man, è un miracolo che l'esercito USA non sia stato preso a calci nel didietro. Per gli appassionati è un must have, se poi avete visto anche la serie HBO vi verranno in mente tutte le scene principali.
Un tempo pensavo che l'esercito USA fosse una macchina da guerra perfettamente organizzata, che si muoveva, supportata da una tecnologia di avanguardia, con estrema consapevolezza sul territorio di guerra. Questo libro, scritto da un giornalista che ha vissuto l'invasione dell'Iraq su un tank americano, mi ha fatto comprendere l'assurdità di questo tipo di guerre, vinte, solo grazie ad una enorme preponderanza di mezzi e uomini, da soldati mal comandati, gestiti, ed in perenne confusione mentale. Da leggere per capire.
Il libro è interessante. Io ho letto a suo tempo l'originale e mi è piaciuta la prosa asciutta del giornalista di varietà che si trasforma in corrispondente di guerra, perdippiù embedded con un'unità di punta dei Marines. Ne esce un quadro interessante della guerra di movimento moderna, con la cavalcata degli Alleati verso Bagdad condotta in un contesto assai più "morbido" rispetto ai successivi anni di occupazione, quando gli insurgens daranno molto più filo da torcere dei regolari iraqeni. Comunque qui abbiamo una buona storia di guerra vera, con i suoi alti e bassi di azione frenetica e di noia infinita, fatta anche di nemici sfuggenti e comandanti non all'altezza. Niente di trascendente, ma se apprezzate il genere è un buon libro.
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