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Un libro che si è fatto leggere in un pomeriggio come nei bei giorni andati della mia gioventù, immersa nella storia, scoprirsi a sorridere, intenerirsi, mai perdendo il lato umano. Ci vogliono storie scritte così, di questi tempi.
E' un giallo metropolitano che si legge e si fa leggere senza particolari "esercizi" mentali. Sia chiaro: questo è un pregio e non un difetto, soprattutto alla luce di quei tanti, troppi libri di genere (gialli e thriller americani e nordeuropei) ormai divenuti stereotipi di se stessi. Fabula ed intreccio, quindi, piuttosto semplici, ma è proprio grazie a questa semplicità che il romanzo di Ricciardi riesce a trasmettere la nostalgia per un sano realismo ormai perduto, e per una verace umanità troppo volte dimenticata.
Un romanzo che evoca le atmosfere "der pasticciaccio" senza competere con il capolavoro di Gadda è scritto benissimo anche se potrebbe essere deludente per gli amanti del giallo rigoroso, è un romanzo per riflettere sul senso della vita, con leggerezza, con un po' di fatalismo tipico di questa città. Ottavio Ponzetti è uno di noi, che mentre percorre Via Merlunana, il rione Monti ripensa alla Roma e alle emozioni della sua giovinezza. Che assapora il venticello che si alza alle 5 del pomeriggio assolato d'estate quando la luce assume quella tonalità dorata e luminosa e sembra passare una mano di vernice fresca ai colori dei vecchi palazzi del centro. E' stato un tuffo anche per me nelle emozioni, ci sono pagine che potrei averle scritte io stessa, il "mio" liceo Albertelli all'Esquilino, i Promessi Sposi di cui oggi anch'io apprezzo il segreto piacere di ricordare pagine e pagine studiate a memoria, e poi le descrizioni di certe chiese, di certi riti anche un po' provinciali, perché a Roma ogni quartiere è un paese con i suoi usi costumi e consuetudini, e con i vari "personaggi", in tutti i quartieri c'è la "gattara" che gode di rispetto e tolleranza perché i gatti a Roma sono un'istituzione … Bello, piacevole, leggerò sicuramente anche il secondo episodio.
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