“Anche io sono in gabbia”. Questa è la prima cosa che ho pensato dopo aver letto il racconto di Marinella e Barbara. Il lavoro, le costrizioni, gli impegni, la vita, la società in cui viviamo, tutte queste cose spesso ci mettono delle sbarre invisibili davanti, che non vediamo ma ci sono e ci creano malessere. A tutti prima o poi capita di vivere una situazione di disagio capace di modificare la propria esistenza. A volte si viene risucchiati da un vortice e senza rendersene conto ci si trova in fondo al mare sommersi dall'angoscia. Le otto vite che si intrecciano in questo libro sono tutte ingabbiate in situazioni che rendono la loro esistenza difficile. Ma chi non ha una gabbia? La cosa splendida è che dalla gabbia si può uscire e credo che questo libro sia davvero un inno alla vita. “Io uscirò dalla gabbia” e soprattutto lo farò con l'aiuto di altre persone, ritornerò a vivere e non mi isolerò mai più. “Io non sono solo”: importantissimo è il messaggio che le Autrici comunicano, in una società che porta a isolarsi la rinascita sta proprio nel ricreare rapporti con le persone. Penso che tutti indistintamente debbano leggere questo libro, analizzarsi, mettersi in discussione e assaporare la vita con gioia. )
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