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Anno edizione: 2014
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Questo romanzo mi ha deluso. Innanzitutto vorrei rilevare le frequenti incoerenze nel testo, diverse di tipo storico: per es.: nel campo più prigionieri si muovono liberamente, di domenica passeggiano, ci si riposa, si gioca a domino, si flirta con le donne, si legge... J.C.Rosenberg vorrebbe trattare il tema della fuga per render nota al lettore la presenza di un movimento di resistenza dentro il campo di sterminio, ma lo fa con superficialità, non rispettando più volte la tragica vita all'interno di Auschwitz I e di Auschwitz Birkenau, la perdita della dignità umana, la condizione dei prigionieri ridotti ad oggetto-strumento del potere nazista. Inoltre poco convince il tema della fede (ebraica e cristiana) affrontato semplicisticamente nell'intreccio di dialoghi forzati ed assai epidermici tra Jacob e Luc. Nell'ultima parte poi si assiste ad una sparatoria (tra Jacob e sei guardie naziste più il responsabile della sicurezza Von Strassen) che piuttosto assomiglia ad una lunga scena western e dalla quale esce unico vincitore l'ebreo Jacob, solo ferito ad una gamba (dopo tutto!!!). Ho riscontrato anche vari errori di traduzione (es. cap.96: cittadina dormiente...casa di circa tremila anime. cap. 96: si affrettò a scendere i gradini verso la soffitta.). Inoltre chiedo: si parla di pick up (per laFrancia?; la Polonia?) ... ma non erano diffusi a quel tempo in Europa? Mi dispiace affermare che giudico questo "romanzo storico" -tale lo definisce l'autore- il risultato di un tentativo mal riuscito.
Mi aspettavo di meglio. La storia non riesce a coinvolgere il lettore, è raccontata in modo puerile e il percorso psicologico dei personaggi è poco credibile. A me non è piaciuto. Su questo argomento ho letto romanzi decisamente migliori (es. "La bambina che rubava i libri")
Sicuramente un buon libro anche se ha un po' deluso le mie aspettative. Consiglio i libri scritti dai protagonisti degli episodi realmente accaduti ai quali e' ispirato questo romanzo riportati nelle note dell'autore.
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