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Lo trovo un libro strano che lascia strane sensazioni! Lettura consigliata.
Libro piccolo e prezioso scritto dal poeta francese Christian Bobin sulla figura di Francesco d'Assisi. Bobin è uno di quei rari spiriti che, pur dicendosi estraneo alla Chiesa, cammina in un percorso di ricerca autentica di sé e di Dio. La storia del santo è riletta con la sensibilità di un poeta "semplice", che con parole e immagini quotidiane riesce a scalfire la superficialità interiore di cui sono fatte le nostre vite in questi tempi di banalità e consumismo. In sottobraccio si sente che Bobin ha letto le Fonti Francescane, con una particolare attenzione alla "Leggenda dei tre compagni". Non basta per entrare davvero nella spiritualità di Francesco, ma è un primo luminoso passo in avanti che ha il pregio di far interrogare il lettore, mentre ripercorre le vicende del Poverello di Assisi.
Christian Bobin è uno scrittore di Dio e dell'assoluto,del Vicino-Lontano, dell'Antico dei giorni(per dirla con i mistici):ma non ne scrive come ne scrivono i religiosi,con rispetto e timore,e con qualche retorica.Lui che non è né monaco né prete parla dell'Altissimo con un trasporto lieve e sorridente,con un'affettuosa serenità di spirito,si direbbe con leggiadria:quasi inevitabile,quindi,che vent'anni fa abbia pubblicato in Francia un libro di grande successo e molto premiato -e in Italia arrivato all'ottava edizione presso le Paoline-,dedicato alla figura di Francesco d'Assisi:il santo della gioia,delle cose piccole e di tutte le creature. Ma precisa subito,prima di addentrarsi in una biografia che biografia propriamente non è (semmai ripercorso a tappe,a snodi fondamentali dell'avventura di un'anima),precisa appunto che "non esistono santi.Esiste solo la santità.La santità è gioia." E allora il leit motiv di questo libro sarà appunto una ricerca continua della letizia nel cuore di Giovanni/Francesco,da quando era ancora nel ventre di sua madre (e sono delicatamente appassionate le pagine che Bobin dedica alla maternità e più in generale alla grandezza di essere donna),e poi alla sua infanzia e giovinezza,alla scelta di un'esistenza votata a Dio e alla povertà,con l'allontanamento dalla famiglia d'origine e da ogni lusso e lussuria ("Come dire ai vostri cari:il vostro amore mi ha fatto vivere,ora mi uccide?Come dire a quanti vi amano che non vi amano?")E il santo-folle,il santo-ragazzo,il santo che sorride "prende in prestito la voce dell'Infinitamente Piccolo,mai quella dell' Altissimo":sceglie i passeri,gli animali,la natura,i pitocchi e i lebbrosi.Sceglie il tutto che lo circonda "perché tutto è dotato di senso nell'amore insensato".E la sua promessa alla Chiesa coniuga "l'obbedienza scrupolosa con la libertà più sovrana":ma alla pesantezza di una religione intesa come istituzione antepone un Dio immenso che vive nella fragilità e nel giubilo dell'anima.
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