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Film molto interessante
France de Meurs, la protagonista del film è anche, letteralmente, la “Francia dei Costumi”. E parla evidentemente – senza nemmeno richiedere troppi sforzi di comprensione della metafora – di qualcuno (o qualcosa) immerso in un mondo di apparenze, che usa linguaggi e modalità di comunicazione manipolatorie per approcciarsi ai propri interlocutori, mentre tutto ciò di cui è fatto e circondato gli si sgretola lentamente intorno. Sì, certo che parla della Francia di oggi. E sì, certo che lo fa dalla prospettiva dell’informazione “un tanto al chilo”; quella superficiale, mercificata e banalizzante che volgarizza e riduce ogni notizia alla logica dell’intrattenimento. Del resto bastano i pochi minuti dell’incipit – straordinario – per capirlo. Durante una conferenza stampa all’Eliseo vediamo la protagonista seduta fra i giornalisti accreditati rivolgere una domanda piuttosto pungente a Macron in persona e questi – quello vero di cui sono estrapolate immagini di repertorio che inserite nel film con un abilissimo gioco di montaggio danno l’apparenza dell’autenticità – rispondere fra l’imbarazzato e il sornione. Dumont ci sta restituendo della Francia contemporanea. Un luogo in cui lo sporco e il mostruoso non sono più relegati alla periferia più marginale e dimenticata, ma sono talmente strutturali alla società da diventarne rappresentazione e addirittura immagine. Ed è proprio sulle immagini che il film si interroga e sono le immagini l’elemento su cui Dumont lavora di più. Come se ogni oggetto della scenografia esprimesse quella pornografia dell’immagine evocata dall’informazione della tv spazzatura di cui il film racconta e, attraverso il cinema, ci venisse restituita caricata di una potenza disturbante ancora maggiore.
Interessante interpretazione
Recensioni
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