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Anno edizione: 2018
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Personaggi che attraversano la città,entrano in un bar o in un grande magazzino.Viaggiano in treno o a piedi.Sostano su un pianerottolo o su un marciapiede. Hanno molti nomi:Sylvia,miss Bobbit,Apple seed,Kay;appena le iniziali o neppure quelle.Allora anche Michela.Ma dovunque siano stati,vi rimangono poco.Poco tempo ,per noi, per capire chi siano veramente,ma sufficiente per sentire la loro mancanza lacerante quando se ne vanno. Poi la disperazione per aver fatto veramente poco per comprenderli e trattanerli. E la vita si ferma,attonita e stupita.
Temporalmente vicino a noi, Capote possiede quel dono, a pochi riservato, di parlare di situazioni e persone moderne, ispirandoci una nostalgia del tempo che passa inosservato nella vita di ciascuno. Un classico al pari di Hemingway e Fitzgerald. Il racconto "Un ricordo del nonno" è di quelli che fanno stringere e sanguinare il cuore, se conoscete cosa significa affrontare una perdita irreparabile.
Nella mia vita ho letto, letto e letto. Tantitissimo e a dismisura. Ma questi racconti sono terribilmente indimenticabili. Una lezione di stile e di classe per qualsiasi amante della letteratura e aspirante scrittore. Senzadimenticarci di Fante, Carver ed Hemingway..ovviamente. consigliatissimo!!!!
Recensioni
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Intelligente, spregiudicato e ambizioso, Capote emerge appena ventenne con Altre voci, altre stanze. è l'inizio di una vertiginosa scalata, con risultati eclatanti come L'arpa d'erba e Colazione da Tiffany. Spiritoso e sfrontato, conteso da star del jet set come Elizabeth Raylor, Marilyn Monroe e Gloria Vanderbilt, si aliena col tempo tanto dal bel mondo quanto dai critici letterari a causa dei suoi atteggiamenti decadenti, dei litigi chiassosi e delle relazioni "particolari". Il dandy, l'esibizionista, il personaggio pubblico prima ancora che lo scrittore: l'anticonformista per eccellenza, che parla con la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn, di Hemingway e Tennessee Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi successi e fallimenti. "Penso che tutti gli artisti siano scherzi di natura", dice. Truman Capote, il grande scrittore americano che ha dominato la vita mondana e culturale degli Stati Uniti per molti anni, non era certo un uomo capace di mezze misure, e questo suo giudizio - tagliente ma anche molto profondo - può forse riassumere il suo modo di guardare alla vita e all'arte. Facile immaginare che questo fosse anche il metodo con cui l'autore di A sangue freddo giudicava i propri scritti, come i ventuno racconti contenuti in La forma delle cose, cinque dei quali non erano mai stati inclusi prima in nessuna raccolta, nemmeno americana, e pubblicati soltanto da magazine come il "New Yorker".
Lo zoccolo duro di appassionati, quelli che non si perdono una pubblicazione dell'autore più snob della letteratura americana, avranno già letto alcune storie nella raccolta "Musica per camaleonti" (apparso per la prima volta nel 1980) e in un'altra precedente e ormai introvabile. Ma le chicche sono le cinque storie inedite della nuova edizione. Tutte scritte da un Truman ventenne o poco più, e tutte con la stessa cifra dell'autore maturo: senza colpi di scena, in una forma sempre elegante, sempre misurata. Come la storia di una spregiudicata ragazza dell'alta società in "Le pareti sono fredde" (del 1943) o l'incontro nella carrozza di un treno tra una ricca signora e un reduce di guerra, nel racconto che dà il titolo alla raccolta e "La leggenda di Preacher" (del 1945), misterioso ometto "dal cranio bluastro e gli occhi pieni di dolore". Seguono nell'indice sedici racconti perfetti, tra cui "La casa dei fiori", storia di una prostituta che impara ad amare. Più gli altri due mai pubblicati prima: "Un visone tutto suo", breve allegoria della pochezza borghese (del 1944) e "L'occasione" sulla caduta in disgrazia di una donna che ha perso tutto tranne il cane (del 1950).
è in questi racconti più che altrove che la perfetta combinazione tra fantastico e grottesco, la lucida e attenta osservazione della vita quotidiana e soprattutto l'ineguagliabile talento nell'arte del raccontare incoronano Truman Capote come uno tra i più grandi classici contemporanei.
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