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Libro che ho trovato molto coinvolgente, scritto in maniera chiara. Attraverso 3 personaggi Luigino,Nennella e Don Carlo descritte le vicende dei moti carbonari del 1820 nel Regno di Napoli. Le vicende personali dei protagonisti, l'impeto politico,le passioni amorose, la saggezza e l'equilibrio di Don Carlo illustrano una vicenda importantissima della Storia del Nostro Risorgimento.
I principi della rivoluzione francese attecchirono nelle classi più istruite e fu così che a fronte dell'assolutismo della restaurazione sorsero delle società segrete (le carbonerie) volte a ottenere un minimo di libertà grazie alla concessione di una costituzione. Nel 1820, nel napoletano, si arrivò a una rivolta tesa a estorcere al sovrano uno statuto, ma fu rapidamente soffocata, con condanne severe della maggior parte dei congiurati. È di questo che parla il romanzo storico di Genovese- La fontana di Bellerofonte 1820 è un romanzo riuscito e di ottima fattura; lo stile mai ridondante, ma non per questo povero, le descrizioni dei luoghi, concisa, ma d'effetto, la capacità di ricreare un'atmosfera tutta particolare e soprattutto il pregio di far conoscere ciò che a scuola viene sovente sbrigativamente detto sono tutti elementi qualificanti e che giustificano l'invito a leggerlo.
Dopo "I viceré" è il più bel romanzo storico che abbia mai letto. A partire dalla vita quotidiana della gente comune - anche quella di origini molto umili - la visione si allarga non solo al Regno delle Due Sicilie, ma a tutto il panorama italiano e europeo. La documentazione è molto accurata e la prosa è scorrevole e piena di ritmo. L'uso del dialetto dell'entroterra campano, mentre conferisce al romanzo sapidità e realismo, non costituisce un ostacolo alla fluidità della scrittura. Lo consiglio vivamente.
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