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Libro vincitore del Premio Chiara 2022, dell'Orbetello Book Prize 2002 e finalista al Premio Campiello 2022
Libro candidato da Francesco Piccolo al Premio Strega 2022
C'è in questo libro l'invenzione di una forma, felicissima e leggera: il racconto in fiore, dove ogni uomo si staglia come un albero, a braccia aperte sotto il cielo. Una ramificazione di storie, intrecciate come l'edera, antiche come il grano, contorte e nodose e belle come i tronchi di olivo. Imparando a leggere le piante forse si scorgono le donne e gli uomini così come sono, nel ciclo spontaneo della loro natura, contraddittoria e vitale. Entrate sotto l'ombra dei rami in fiore: qui ci siete voi.
«Antonio Pascale alza lo sguardo (anche il nostro di lettori) verso gli alberi e verso gli uomini e le donne, ma restando un appassionato di vita e di terra, perché ha trovato, da scrittore, una sintonia narrativa con l'esistenza, una dolcezza profonda nelle domande e nelle risposte. Una leggerezza che non è mai superficiale o mondana perché continuamente guarda il senso, lo cerca, ma arrivando a un centro solido che sembra un'accettazione profonda delle contraddizioni e degli sbagli, di tante insensatezze e rami spezzati» – Annalena Belini, Il Foglio
«Un racconto omogeneo che Pascale governa con una scrittura divagante, frammentata, disgressiva, tessendo una vera e propria ragnatela di microazioni e macroazione al centro della quale ci sono temi come l'amore, le scelte, la libertà, la felicità, il dolore, l'abbandono, la solitudine, la vergogna, l'inadeguatezza, la vita e la morte» – Generoso Picone, Il Mattino
Negli anni ho cominciato a pensare che qualunque strada si possa intraprendere per la felicità, questa debba necessariamente passare per una pineta. Una pineta da attraversare e un mare da raggiungere.
Cosa racconta questo libro? Di un uomo che più vive più dimentica, più desidera più si abbatte, più legge e apprende, più si ritrova confuso e impaurito: un po' come tutti. Per questo cerca qualcosa di stabile, dei punti di orientamento ben visibili. Solo che lui, a differenza di tanti, si rivolge alle piante, costruendo una sorta di romanzo atipico, in cui ogni puntata è come un viaggio (nell'infanzia, nel tempo, con le donne). In fondo, queste magnifiche creature sono qui da molto prima di noi e saranno le ultime a morire. Le piante sono dei fari, racchiudono simboli millenari, essenziali, nitidi. Riescono a sfidare le avversità e quindi ci offrono un modello di resistenza, perché con tenacia mettono in mostra la potenza delle contraddizioni: il desiderio di vivere e amare (espresso dal ciliegio) che può procurare frustrazione e insicurezza; la forza (della quercia) che ci può abbandonare all'istante, buttandoci nello sconforto; la democrazia come processo di adattamento tra profondità e superficie (l'olivo); la necessità di un rito di passaggio (grano), di un viaggio che comprenda una morte per rinascere. Questo libro è un oroscopo, un sismografo, una macchina del tempo, oltre che una sorta di botanica dei sentimenti. D'altra parte le piante sono uno strumento d'eccezione per affrontare la nostra misteriosa, divertente, intricata natura: somigliano a noi più di quanto avremmo mai creduto. Al mondo esistono gli esperti di piante ed esistono gli scrittori: poi esiste Antonio Pascale, appassionato conoscitore della natura, uno dei narratori più apprezzati della sua generazione. Come nessun altro sa interrogare gli alberi, ascoltandone la storia e l'intrinseca bellezza.
Proposto da Francesco Piccolo al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Candido La foglia di fico di Antonio Pascale (Einaudi) perché è un libro miracoloso per la capacità di alzare lo sguardo e sciogliere la conoscenza di alberi e piante in un (auto)ritratto dell'esistenza, in una tensione narrativa commovente e comica, in una forma originalissima, e con personaggi impossibili da dimenticare: la complessità inafferrabile della ragazza spinosa, con cui non avremo mai il coraggio di fuggire perché le radici sono più forti di tutto; o la figura del padre, al quale si riconosce la capacità di offrire tutta la sua saggezza, non solo botanica, e quindi tutti i mezzi che questo libro utilizza per comprendere il mondo. La foglia di fico non è una storia sentimentale ma possiede invece, e restituisce, il sentimento per la fragilità degli esseri umani nello strazio del tempo che passa. Pascale accoglie questo tempo, lo rielabora con sapienza e umanità, tra terra e cielo, e alla fine ci si è dimenticati di aver avuto a che fare con un libro, ma si è certi di aver avuto a che fare direttamente con la vita.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro è molto originale in quanto riesce ad accostare una attenta e professionale osservazione della vita delle piante alla vita delle persone con flashback che riguardano la vita dell'autore, o comunque dell'io narrante, presumibilmente i fatti narrati non sono riferiti a personaggi reali, interessante la descrizione di un'Italia che non c'è più. Ho letto tra le righe un pessimismo di fondo ed inoltre alcuni fatti sono forse troppo esagerati per essere veritieri.
La foglia di fico è da sempre associata al tentativo, spesso impacciato, insufficiente e dichiaratamente giustificazionista, di coprire, emendare, censurare ciò che potrebbe suscitare riprovazione e scandalo, Titolo migliore quindi non poteva essere individuato per questo romanzo in una sorta di accelerata identificazione per traslato di nomen omen. Non stupisce che tale distillato sia stato sorbito e degustato dalle papille raffinate di chi ha dovuto indirizzare, con giubilo, tale splendido titolo tra quelli che si stanno facendo strada presso i concorsi letterari in svolgimento.
Accanto a una stesura narrativa sostanzialmente corriva e distratta, la non memorabile e talvolta banalizzata esigenza, sempre meccanica e forzosa, di accostare uomini e alberi, esseri umani e piante, secondo un teorema biunivoco gracile quanto scontato. Emblema della facilità con la quale un approccio scrittorio da rotocalco viene millantato per esempio letterario. Secondo tali parametri non stupisce la facilità con la quale il lettore attento ed esigente declina, dopo poche pagine, in direzione d'altro.
Recensioni
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