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Tiziana sta uscendo di casa con suo figlio Filippo, per accompagnarlo a scuola, si ferma un attimo in portineria per scambiare due chiacchiere con il portiere. Il bambino, annoiato dai discorsi degli adulti, gioca ad entrare e uscire dall'ascensore fino a quando, mentre vi si trova all'interno, l'ascensore viene chiamato da qualcuno ai piani superiori, le porte si chiudono e l'ascensore inizia a salire con il ragazzino dentro. Poco male, si può pensare: com'è salito, riscende. Ma nei romanzi di Nicola niente è come sembra! E, in quell'ascensore, il piccolo potrebbe iniziare una salita, o forse è meglio dire una discesa, agli inferi. Per questo la madre inizia a percorrere affannosamente quelle 4 rampe di scale (tante quanti sono i piani dell'edificio) che, passo dopo passo, sembrano diventare kilometri e che, attimo dopo attimo, si riempiono di nefasti presagi, portando la tensione alle stelle. Ed ecco che la narrazione si trasforma in una sorta di viaggio nella psiche degli abitanti del palazzo, su ognuno dei quali si potrebbe scrivere un romanzo a sè stante. A partire proprio dalla stessa Tiziana, passando per il portiere, fino ad arrivare ai vari vicini di casa.Ogni famiglia,all'apparenza perfetta,ha diversi scheletri nell'armadio da nascondere dietro a una facciata di distinto perbenismo: perversioni, fissazioni, manie,idiosincrasie, disagi fisici e psicologici più o meno evidenti ma anche lutti, perdite e mancanze. Ogni volta che Tiziana suona al campanello di un piano,la porta si apre non solo su un appartamento ma soprattutto su un vissuto personale che, come dicevo prima, potrebbe dare il via ad un'altra appendice del romanzo, e ogni vicino,a suo modo, potrebbe avere un'intrinseca motivazione per aver rapito Filippo... Un thriller psicologico che metterà i brividi, nonostante il caldo dell'estate!
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