Questo libro nasce dal desiderio di alcuni amici, dopo la scomparsa di Graziano Campanini, di onorarne la memoria proseguendo idealmente la riflessione e l’attività, da lui condotte sul campo, in materia di conservazione e valorizzazione dei beni culturali, e di promozione e di divulgazione delle esperienze artistiche. Il titolo che reca questa pubblicazione, Finis terrae – nel senso profondo nitidamente chiarito dallo scrittore argentino Alberto Manguel –, vuole alludere all’esigenza di non arrestarsi davanti a qualche confine o barriera, ma di continuare a pensare, a elaborare, ad avanzare suggestioni e proposte nei variegati campi di attività cui si dedicò Graziano Campanini, sempre con lo spirito di generosa, personale immersione totale che chi l’abbia conosciuto può testimoniare. Gli autori dei saggi che compongono questo libro sono stati in gran parte suoi amici e collaboratori – e dunque partono dalla ricostruzione di qualche tratto della sua vicenda umana e professionale –, o hanno sentito parlare della sua indefessa attività; degli artisti le cui opere illustrano il libro, Campanini organizzò esposizioni o collezionò opere. Nei testi e nelle immagini i lettori troveranno memorie e spunti di riflessione, e qualche fil rouge che idealmente collega e svolge un determinato tema – come l’amara vicenda del 1977 a Bologna, nei saggi di Luigi Ficacci e di Franco Farinelli. Questo libro in forma di parole e di immagini diventa così non solo un doveroso omaggio a Campanini, ma pure l’occasione per proporre qualche modesto spunto di riflessione su progetti affini a quelli cui Graziano si dedicò, oggi più che mai necessari per nutrire e illuminare il tempo, gravido di incertezze e di interrogativi, che se ne sta dietro l’angolo.
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