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Il postmodernismo è finito. Aveva predicato la fine delle contraddizioni e della storia, ma oggi le contraddizioni e gli urti della storia sono più violenti che mai. E' finita anche la letteratura della leggerezza, delle ambiguità, della riscrittura. D'altronde negli anni del postmoderno non è mai venuta meno una controtendenza neomodernista o tardomodernista, che qui viene riconsiderata attraverso le opere e l'attività intellettuale di Pisolini, Fortini, Calvino, Volponi e del gruppo 63. Ora che è finita l'epoca del pensiero debole e del nichilismo morbido rinasce l'esigenza di un impegno intellettuale e artistico che riproponga la centralità della contraddizione e del conflitto ed elabori categorie concettuali in grado di interpretare i tempi nuovi della globalizzazione e di testimoniare una riassunzione di responsabilità da parte della critica e della letteratura.
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