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“Conciso, preciso, lineare, uno stile che ricorda Čechov o Gogol” - Le Magazine Littéraire
Un uomo che di fronte al proprio inesorabile declino constata l'amara dissipazione delle occasioni ormai perdute e una banda di sgangherati crociati che non arriveranno mai in Terra Santa: due storie molto lontane fra loro nel tempo e nello spazio, ma che raccontano in fondo la stessa malinconia di vivere, la stessa disperata ricerca di un senso per se stessi e per il mondo. Un'ossessione è ciò che spinge Shraga Unger, conferenziere nei kibbutz, che racconta a chiunque lo ascolti di un piano mondiale dei bolscevichi per sterminare il popolo ebraico. Ma la vecchiaia e la solitudine premono sul suo corpo in disfacimento, e potrebbe non riuscire ad avvertire tutti come vorrebbe. Un'ossessione spinge anche il conte Guillaume de Touron, che nel 1096 cerca la redenzione nella Crociata, ma per quanti infedeli lui e i suoi improvvisati compagni guerrieri potranno trucidare sulla strada per Gerusalemme, la pace d'animo continuerà a sfuggirgli, e l'idea che un ebreo sia con loro sotto mentite spoglie a perseguitarlo. Con il suo sguardo lucido e profondo, Amos Oz conduce il lettore in una Tel Aviv e un Israele che non esistono più, e in un'Europa arcaica e crudele: al cuore di tutto c'è un'umanità in cui, malgrado la distanza, non si può fare a meno di riconoscersi.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sinceramente anche se la prosa di Oz è molto bella e poetica, questi racconti non li ho trovati per nulla accativanti. Il libro è breve, ma non scorreva, ho parecchi giorni e terminarli alternando un'altra lettura. Ho letto altre cose molto migliori di questo autore, forse essendo racconti egli anni '70, lo stile doveva ancora evolversi.
Comprato pensando che fosse l’ultimo libro scritto da Oz prima di morire (dicembre 2018), invece sono 2 racconti del 1970. La prima storia “Amore tardivo” rappresenta il decadimento fisico e mentale di un ex- militante che a fine anni ‘60 gira per kibbutz sperduti a spiegare i pericoli che corrono gli ebrei in Russia e nel mondo; un racconto tetro e pessimistico, pieno di terrore paranoico verso i comunisti. Non mi è piaciuto né il personaggio né la storia, eppure qua e là descrizioni di poche parole sottolineano magistralmente le situazioni. Il 2° racconto, che dà il titolo al libro, è ambientato in un Medioevo livido e tristissimo: una “crociata dei pezzenti” dalla Francia si muove verso Gerusalemme fra freddo, gelo,fame, razzie, follia e crudeltà. Un feroce sarcasmo dipinge i cristiani capaci delle più spietate abiezioni nel loro antisemitismo rozzo e superstizioso. È una discesa agli inferi dove odio e fanatismo portano alla morte, mentre la visione di Gerusalemme piano piano svanisce...”comprese che l’agognata Gerusalemme non era una città ma l’ultimo spiraglio di una vitalità che si andava spegnendo”. Questa seconda storia, benché cupa e atroce, contiene pagine di grande bellezza e prefigura il grande scrittore che Oz diventerà.
Amos Oz è morto da qualche giorno; questo è l'ultimo libro pubblicato prima della sua morte. In realtà sono due racconti, di cui uno porta il titolo del libro è l'altro è "Amore tardivo". Quest'ultimo ambientato a Tel Aviv negli anni fra il '60 e il '70. Il protagonista è un anziano conferenziere di origine russa che ogni venerdì si reca in un kibbutz diverso a parlare dell'odio dei comunisti russi verso gli ebrei. Ma è ormai anziano, non riesce più a sopportarsi. L'altro racconto ci porta invece nella provincia francese alla vigilia della prima crociata quando il signorotto locale decide di parteciparvi con tutti i suoi sudditi. Ma più della meta Gerusalemme, il loro obbiettivo sembra essere quello di ammazzare più ebrei possibile.
Recensioni
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