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Recensioni Figlio di vetro

Figlio di vetro di Giacomo Cacciatore
Recensioni: 5/5
Giovanni ha nove anni quando si accorge che gli amici di suo padre, alla Pasticceria Francese, possono ottenere tutto con uno schiocco delle dita. Anche un televisore a colori, che nel 1977 è pura magia. Ma il prezzo da pagare è molto alto. Tanto alto che alcune persone muoiono. Siamo a Palermo, alla vigilia di una vera e propria guerra che culminerà molti anni dopo con la strage di Capaci: negli occhi di Giovanni, spaventati e curiosi, scorrono ogni giorno le immagini di un lungo telefilm troppo realistico. E se Fonzie non sempre riesce a saltare dieci bidoni con la moto, gli elicotteri della Polizia fanno più rumore fuori che dentro il televisore. «Giovanni si concentra sulla faccia del venditore, che non ha più la smorfia annoiata di quando papà gli ha chiesto informazioni. Sorride, ma come si potrebbe sorridere quando ti hanno pestato un piede. Nunzio intanto gli fa accendere tutti i televisori. Calciatori in allenamento si muovono agili, moltiplicati all'infinito. I mondiali sono a giugno, ma i colori dell'estate arrivano in anticipo. - Anche quello, - gli fa segno Nunzio, indicando uno schermo piccolo, in cima, l'unico rimasto spento. Il negoziante si arrampica sulla scala, lo accende. Scivola su un piolo, riesce a evitare la caduta. Scende. Sta in silenzio per un momento. Poi batte una mano sul banco. Nunzio non sposta i gomiti. - Una volta al mese, avevamo detto, e solo soldi, non la merce, - urla, e la frase arriva fino in strada. - Chi è che ti fa restare aperto anche di domenica? - ribatte Nunzio senza scomporsi. Mentre si allontanano in retromarcia, con la scatola nel bagagliaio, l'uomo del negozio spegne tutti gli schermi. Un giocatore infortunato sta per rialzarsi, ma non fa in tempo: il buio risucchia la sua immagine, il verde del campo, l'olivastro delle gambe nude, il rivolo di sudore che scorre dai capelli ricci». )
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Recensioni: 5/5
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