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scheda di Morelli, R. L'Indice del 1999, n. 12
Una madre rifiuta di sottomettersi al destino di morte al quale il figlio è condannato per una grave malattia, e l'intensità del legame che unisce queste due persone smonta, inaspettatamente, la prognosi infausta. A partire da questo evento eccezionale, Aldo Naouri, pediatra e psicoanalista, indaga l'universo relazionale che lega le madri ai figli, quando questi sono gravemente malati. Egli assiste, turbato e affascinato, all'intensità dell'incontro fra i due come forza promotrice di vita, in grado di oscurare la verità parziale della malattia somatica. Il medico concede alle proprie angosce di attraversarlo, senza preoccuparsi di mantenere un distacco difensivo dalle vicende cliniche dei suoi piccoli pazienti. Questo gli consente di ricostruire la sua storia personale e professionale, riflettendo sull'importanza che i genitori hanno sul futuro dei loro figli. Il sentimento di impotenza che deriva, però, dall'impossibilità di trovare risposte adeguate al confronto con la morte, può essere così affrontato attraverso lo stupore che suscita la forza della vita. Lo sguardo dell'autore, infatti, sfiora ripetutamente l'essenza emotiva del primo e più importante legame di attaccamento tra gli esseri umani, senza mai divenire intrusivo, con acutezza, curiosità e rispetto per qualcosa che può riguardarlo soltanto in parte. Naouri si lascia travolgere dalle esperienze fino a chiamare col suo vero nome la paura della morte e l'angoscia per la precarietà dell'esistenza, tanto più incomprensibile, inaccettabile e dolorosa quando a essere colpiti sono i bambini.
Raffaella Morelli
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