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Una graphic-novel in difesa delle donne e delle minoranze, tramite la condanna di uno dei più grandi momenti d'odio e d'abuso di potere della storia. Violenze, soprusi, omicidi inutili... Tutti conseguenze dell'odio e della paura nei confronti del diverso, incentivati dalla Chiesa e sostenuti dall'ignoranza. Una lettura che non può essere portata avanti senza provare un senso di impotenza e di ingiustizia di fronte al veloce degenerare delle vicende. Altro punto di forza della novel è il tratto grafico dell'artista, che è uno dei motivi che, personalmente, mi ha fatto "sentire" di più la storia. È un tratto che genera orrore, inquietudine, soprattutto nella rappresentazione delle figure umane (e in particolar modo degli uomini del villaggio, più grotteschi e minacciosi rispetto alle ragazze o agli indigeni). Una storia che lascia il segno.
La graphic novel è ambientata a Salem, località nord orientale dell’America. All’interno del paese le figure di spicco sono poche, quella che senz’altro emerge è quella del parroco che piange le sue casse vuote e terrorizza i concittadini, equiparando gli indiani al diavolo. Abigail, giovane ragazzina diviene quindi vittima della sua rozza e ignorante comunità, e ne diventa a tutti gli effetti una martire. Insieme a lei, altre ragazze e donne innocenti vengono processate e condannate a morte per stregoneria. Qual era il loro peccato? Quello di essere donne e di aver interagito con gli indigeni.
Una bella graphic novel, dalla trama e dal contenuto complesso e articolato, ripercorre il periodo nel 600 della caccia alle streghe a Salem, attraverso quello che succede a una ragazzina. C’è un parroco preoccupato di avere pochi soldi, e che incute terrore alla popolazione per meglio controllarla, ci sono gli indiani equiparati al diavolo, ognuno degli abitanti persegue i suoi fini, c’è l’inquisitore venuto da fuori con tutti i suoi dubbi, che le accuse di stregoneria siano infondate, c’è la necessità di nascondere il peccato, c’è l’ingenuità e la semplicità delle ragazze. Insomma un bel racconto completato dai disegni che direi espressionisti, con delle tavole in stile “medievale” che esprimono bene l’orrore, mi sembra un racconto di Hawthorne.
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