Figli e amanti
di D. H. Lawrence
Sensibile e intelligente, il giovane Paul Morel è legato da un affetto morboso alla madre, che ha riversato su di lui tutte le sue speranze dopo il fallimento del matrimonio e la morte del figlio maggiore. Vorrebbe amare con slancio e dedizione, ma né con l'innocente Miriam, creatura spirituale e devota, né con la matura Clara, che lo inizia al mondo dell'eros, riesce a realizzare una duratura intesa. Paul capisce così che nessuna donna potrà mai sostituirsi alla figura materna e che mai potrà affrancarsi da quel legame soffocante, da quell'amore possessivo. Solo dopo la morte della madre, in preda a uno strazio profondo e a una disperata solitudine, avvertirà per la prima volta la possibilità di un'autentica partecipazione alla vita. In bilico tra cronaca famigliare e romanzo di formazione, "Figli e amanti" (1913) è la prima grande prova narrativa di Lawrence: su una materia profondamente autobiografica, tessuta nel filo un po' logoro del naturalismo tardo ottocentesco, l'autore innesta un impietoso scandaglio dei moventi più segreti, delle pulsioni più oscure dell'animo umano in cui risuona ormai inequivocabile l'eco delle teorie freudiane. Introduzione di Piero Gelli.)
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